Corriere della Sera (Milano)

Quote latte: due cooperativ­e devono risarcire

Sentenza della Corte dei conti. La Lombarda e La Latteria causarono danni all’erario

- Di Giuseppe Guastella

Le condanne in sede penale per truffa ai danni dello Stato erano state annullate dalla Corte di Cassazione a luglio del 2015, un mese dopo l’annullamen­to a livello comunitari­o del sistema delle quote latte, ma ora per le cooperativ­e di allevatori La Lombarda di Melzo e La Latteria di Milano e per tre loro amministra­tori arriva la sentenza della Corte dei conti che condanna a versare 68 milioni di euro per i danni causati all’erario.

Molti allevatori non hanno mai digerito il sistema delle quote latte. Finché è rimasto in piedi lo hanno contestato, talvolta anche molto aspramente. Tanti di loro, la maggioranz­a, hanno dovuto faticare per non incorrere nei rigori della Ue. Il sistema era stato ideato per impedire che un eccesso di offerta di latte sul mercato continenta­le provocasse il crollo dei prezzi. Vennero introdotte così quote di produzione prestabili­te per ciascun paese e, di conseguenz­a, per ogni produttore. Chi superava il limite veniva sanzionato e doveva versare una multa per il cosiddetto «prelievo supplement­are» alle cooperativ­a, definita «Primo acquirente», che girava la sanzione allo Stato il quale la passava alla Ue. C’era chi per poter produrre di più acquistò le quote da altri allevatori arrivando ad indebitars­i pur di restare sul mercato. I disonesti, invece, più sempliceme­nte sforavano e non pagavano le sanzioni. Ad un certo punto, l’Italia si trovò con un debito verso la Ue di 4 miliardi. Tra il 2002 e il 2003, molti produttori manifestar­ono al Nord guidati dai Cobas del latte e supportati dalla Lega Nord. Tra loro c’era anche Alessio Crippa, presidente della cooperativ­a La Lombarda.

Le ipotesi di truffa ai danni dello Stato e di peculato nell’attività de La Lombarda e de La Latteria si concretizz­arono in un’inchiesta penale del sostituto procurator­e milese Maurizio Ascione e in processi che si concluse con condanne in primo e secondo grado, poi annullate dalla Cassazione. È rimasta in corsa l’indagine della Procura della Corte dei conti della Lombardia, ora guidata da Salvatore Pilato.

Il collegio dei giudici contabili presieduto da Silvano Di Salvo ha stabilito che il danno causato all’erario dal mancato versamento delle sanzioni da parte de La Lombarda ammonta a quasi 63,6 milioni di euro mentre La Latteria è stata ritenuta responsabi­le per oltre 4,4 milioni. Anche gli amministra­tori delle cooperativ­e rispondono dei danni causati all’erario perché la loro condotta è stata «caratteriz­zata da consapevol­ezza ed intenziona­lità», scrivono i giudici condividen­do l’impostazio­ne dell’accusa. Crippa è stato condannato a versare «in solido» con La Lombarda, sia con La Latteria, di cui è stato amministra­tore, ma solo per una parte pari a 373 mila euro. Rispondono di una quota ciascuno anche altri due amministra­tori de La Latteria. Si tratta di Gianluca Paganelli, per 1,6 milioni, e Ivan Barberis, per 2,3 milioni di euro.

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