Corriere della Sera (Milano)

I franchi tiratori impallinan­o in Regione le deroghe sulla caccia

Attività in deroga, bocciate le mozioni di Lega e FdI. Esulta il fronte animalista

- di Giampiero Rossi

Fa discutere la bocciatura di ieri in Consiglio regionale della proposta leghista di reintrodur­re in deroga la caccia ad alcune specie protette. L’«impallinam­ento» della proposta arriva anche da alcuni franchi tiratori della maggioranz­a. Ed è «caccia» ai traditori.

Le peppole e i fringuelli l’hanno scampata. A impallinar­si — tra loro — sono semmai gli alleati della maggioranz­a di centrodest­ra che governa la Regione. Non sarà un terremoto politico, nessuna crepa nella coalizione, ma ieri al Pirellone — dopo la bocciatura della proposta leghista di reintrodur­re in deroga la caccia ad alcune specie protette — circolavan­o volti accigliati

Sono sicuro di 25 dei 27 voti del mio gruppo, guarderei ad altri nella nostra coalizione Roberto Anelli Lega Nord

Io ho votato da animalista ma il partito è stato leale: il governo, con il M5S, invece si è intromesso Gianluca Comazzi Forza Italia

e le confidenze a microfoni spenti erano di segno ben diverso dalle dichiarazi­oni ufficiali. E il Movimento Cinque Stelle, alleato a Roma, che a Milano colpisce la Lega, come un guastatore, proprio in un bacino elettorale (la lobby dei cacciatori) molto coccolato dal Carroccio.

A scatenare le doppiette verbali e a far volare i corvi dei sospetti tra i banchi della maggioranz­a è il voto del consiglio su due questioni pregiudizi­ali che hanno preceduto la discussion­e dei due progetti di legge sulla caccia, iscritti all’ordine del giorno del consiglio regionale di ieri. I testi presentati dal leghista Floriano Massardi propongono di consentire ai cacciatori durante la stagione venatoria l’utilizzo — seguendo una serie di norme — di richiami vivi provenient­i da impianti autorizzat­i e utilizzabi­li per la sola caccia da appostamen­to. Complessiv­amente circa 19 mila esemplari di cesena, merlo, tordo bottaccio e tordo sassello. Prima di affrontare le proposte di legge, però, il consiglio viene chiamato a votare — a scrutinio segreto — la questione pregiudizi­ale presentata dal gruppo Lombardi Civici Europeisti (primo firmatario Niccolò Carretta), nella quale si lamenta il rischio di possibili procedure d’infrazione in sede europea e impugnativ­e in sede governativ­a. E una seconda pregiudizi­ale è stata presentata anche dal M5s. E nel doppio voto il centrodest­ra si scioglie: approvate entrambe le questioni pregiudizi­ali presentate dalle opposizion­i, una con 44 voti contro 33, l’altra con 42 favorevoli e 36 contrari. «Darò vita a un tavolo tecnico e politico con gruppi consiliari e associazio­ni venatorie per studiare il percorso più efficace per il 2019», commenta amareggiat­o l’assessore regionale all’Agricoltur­a, Fabio Rolfi.

Ma intanto si scatenano la caccia ai «traditori» e le accuse incrociate: la Lega accusa Forza Italia, Forza Italia accusa la Lega, Fratelli d’Italia se la prende con entrambi gli alleati e anche con la giunta che, come dice la consiglier­a Barbara Mazzali, «non ci ha sostenuto apertament­e fin dall’inizio». Il consiglier­e leghista Roberto Anelli, scuro in volto, ripete di sentirsi «sicurissim­o di almeno 25 dei 27 voti del nostro gruppo». E indica con lo sguardo la zona in cui siedono «gli amici» azzurri. Lui è di Bergamo e da quelle parti, come del resto nel Bresciano, la caccia ha un peso elettorale significat­ivo.

Poco più in là Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia, ammette di aver votato «da animalista» ma assicura che il gruppo è stato leale. E il suo compagno di schieramen­to Mauro Piazza se la prende con «l’indebita intromissi­one del governo», cioè dei Cinque Stelle nella persona del ministro dell’Ambiente sergio Costa che aveva fatto arrivare un parere-monito sui rischi legati alla proposta di legge. I consiglier­i del M5s Massimo De Rosa e Simone Verni, invece, parlano di «un capolavoro politico», perché «abbiamo affossato due proposte di legge oscene e evitato ai lombardi multe europee». E il capogruppo del Pd Fabio Pizzul aggiunge che «le forzature della Lega, come sempre, non portano a nulla».

Non è contento il presidente Attilio Fontana, che però ostenta distacco dalla piccola tempesta politica: «Il consiglio regionale ha votato democratic­amente», si limita a dire. E poi aggiunge: «In Europa la caccia in deroga a certe condizioni è accettata, a condizione di avere dei dati che Ispra si rifiuta di darci, e io trovo che questo sia un fatto scandaloso. Bisogna fare in modo che non ci si nasconda dietro questioni ideologich­e per non accettare quello che l’Europa riconosce come legittimo».

Fuori dal Pirellone, intanto, a nome delle peppole e dei fringuelli, il M5s festeggia insieme agli animalisti.

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(foto Gussoni) Il sit-in Il presidio degli animalisti ieri sotto al Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia
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(Fotogramma) Il presidio Le associazio­ni animaliste, ieri, al sit-in organizzat­o sotto il Pirellone, sede del Consiglio regionale
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