I franchi tiratori impallinano in Regione le deroghe sulla caccia
Attività in deroga, bocciate le mozioni di Lega e FdI. Esulta il fronte animalista
Fa discutere la bocciatura di ieri in Consiglio regionale della proposta leghista di reintrodurre in deroga la caccia ad alcune specie protette. L’«impallinamento» della proposta arriva anche da alcuni franchi tiratori della maggioranza. Ed è «caccia» ai traditori.
Le peppole e i fringuelli l’hanno scampata. A impallinarsi — tra loro — sono semmai gli alleati della maggioranza di centrodestra che governa la Regione. Non sarà un terremoto politico, nessuna crepa nella coalizione, ma ieri al Pirellone — dopo la bocciatura della proposta leghista di reintrodurre in deroga la caccia ad alcune specie protette — circolavano volti accigliati
Sono sicuro di 25 dei 27 voti del mio gruppo, guarderei ad altri nella nostra coalizione Roberto Anelli Lega Nord
Io ho votato da animalista ma il partito è stato leale: il governo, con il M5S, invece si è intromesso Gianluca Comazzi Forza Italia
e le confidenze a microfoni spenti erano di segno ben diverso dalle dichiarazioni ufficiali. E il Movimento Cinque Stelle, alleato a Roma, che a Milano colpisce la Lega, come un guastatore, proprio in un bacino elettorale (la lobby dei cacciatori) molto coccolato dal Carroccio.
A scatenare le doppiette verbali e a far volare i corvi dei sospetti tra i banchi della maggioranza è il voto del consiglio su due questioni pregiudiziali che hanno preceduto la discussione dei due progetti di legge sulla caccia, iscritti all’ordine del giorno del consiglio regionale di ieri. I testi presentati dal leghista Floriano Massardi propongono di consentire ai cacciatori durante la stagione venatoria l’utilizzo — seguendo una serie di norme — di richiami vivi provenienti da impianti autorizzati e utilizzabili per la sola caccia da appostamento. Complessivamente circa 19 mila esemplari di cesena, merlo, tordo bottaccio e tordo sassello. Prima di affrontare le proposte di legge, però, il consiglio viene chiamato a votare — a scrutinio segreto — la questione pregiudiziale presentata dal gruppo Lombardi Civici Europeisti (primo firmatario Niccolò Carretta), nella quale si lamenta il rischio di possibili procedure d’infrazione in sede europea e impugnative in sede governativa. E una seconda pregiudiziale è stata presentata anche dal M5s. E nel doppio voto il centrodestra si scioglie: approvate entrambe le questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni, una con 44 voti contro 33, l’altra con 42 favorevoli e 36 contrari. «Darò vita a un tavolo tecnico e politico con gruppi consiliari e associazioni venatorie per studiare il percorso più efficace per il 2019», commenta amareggiato l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi.
Ma intanto si scatenano la caccia ai «traditori» e le accuse incrociate: la Lega accusa Forza Italia, Forza Italia accusa la Lega, Fratelli d’Italia se la prende con entrambi gli alleati e anche con la giunta che, come dice la consigliera Barbara Mazzali, «non ci ha sostenuto apertamente fin dall’inizio». Il consigliere leghista Roberto Anelli, scuro in volto, ripete di sentirsi «sicurissimo di almeno 25 dei 27 voti del nostro gruppo». E indica con lo sguardo la zona in cui siedono «gli amici» azzurri. Lui è di Bergamo e da quelle parti, come del resto nel Bresciano, la caccia ha un peso elettorale significativo.
Poco più in là Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia, ammette di aver votato «da animalista» ma assicura che il gruppo è stato leale. E il suo compagno di schieramento Mauro Piazza se la prende con «l’indebita intromissione del governo», cioè dei Cinque Stelle nella persona del ministro dell’Ambiente sergio Costa che aveva fatto arrivare un parere-monito sui rischi legati alla proposta di legge. I consiglieri del M5s Massimo De Rosa e Simone Verni, invece, parlano di «un capolavoro politico», perché «abbiamo affossato due proposte di legge oscene e evitato ai lombardi multe europee». E il capogruppo del Pd Fabio Pizzul aggiunge che «le forzature della Lega, come sempre, non portano a nulla».
Non è contento il presidente Attilio Fontana, che però ostenta distacco dalla piccola tempesta politica: «Il consiglio regionale ha votato democraticamente», si limita a dire. E poi aggiunge: «In Europa la caccia in deroga a certe condizioni è accettata, a condizione di avere dei dati che Ispra si rifiuta di darci, e io trovo che questo sia un fatto scandaloso. Bisogna fare in modo che non ci si nasconda dietro questioni ideologiche per non accettare quello che l’Europa riconosce come legittimo».
Fuori dal Pirellone, intanto, a nome delle peppole e dei fringuelli, il M5s festeggia insieme agli animalisti.