Case popolari, partenza in salita per le mini-rate del Comune
I morosi sono 19 mila e solo 3.500 seguono il piano per limitare i debiti. Immobili commerciali: buco da 20 milioni
Il piano di rientro dai debiti sugli affitti, proposto dal Comune quattro mesi fa agli inquilini morosi delle sue case popolari, procede a rilento. Su 19 mila famiglie, da maggio a oggi, solo 3.500 hanno manifestato interesse alla proposta di estinzione del debito. Il piano, che si riferisce ai debiti accumulati tra il 2003 e il 2016 e che offre la possibilità di spalmare gli arretrati su un massimo di 120 rate, era stato concordato dal Comune con i sindacati degli inquilini per salvaguardare le posizioni più fragili.
Lo scorso maggio agli inquilini morosi è stata recapitata una lettera, a cui dovevano rispondere, manifestando l’eventuale interesse ad aderire al piano, «un passaggio preliminare all’adesione formale».
L’obiettivo che l’assessore alla Casa Gabriele Rabaiotti si era prefissato era quello di avere l’adesione di 5-6 mila inquilini. Per raggiungerlo mancano ancora 2.000 manifestazioni di interesse da raccogliere entro fine anno. Rabaiotti non nasconde allora una certa preoccupazione. «Se non si raggiunge quel livello — ammette l’assessore — quella del piano di rientro è una mossa che ci ha fatto fare tanta fatica, con poco risultato». «Tuttavia la propensione al rientro dalla morosità in precedenza era inchiodata al 3 cento: il nostro piano si rimette anche in funzione un rapporto tra amministrazione e inquilini». La Commissione consiliare di Palazzo Marino ha fatto il punto anche sulla morosità negli immobili comunali a uso diverso da quello abitativo, su cui il Movimento Cinque Stelle aveva presentato ben due interrogazioni. Si tratta di immobili a uso commerciale (la maggior parte) o a uso sociale. Dai contratti di tipo diverso da quello abitativo derivano in totale oltre 20 milioni di morosità, undici dei quali da contratti ormai chiusi. «Non abbiamo mai fatto segreto del fatto che esiste una morosità importante sia sul fronte case popolari, che sulla parte commerciale», ha ricordato Rabaiotti, sottolineando però che i locali a uso diverso «non sono stati inclusi nel piano di rientro, proprio perché la giunta prima e il Consiglio comunale poi non li ha ritenuti meritevoli delle agevolazioni concesse».
Attacca però Gianluca Corrado del M5s: «Lo avevamo denunciato più di due anni fa e nel frattempo nulla è cambiato. La situazione è gravissima, potendosi astrattamente ipotizzare chiare responsabilità erariali. Abbiamo comunque chiesto di ricostruire il team anni fa esistente presso l’assessorato casa per accertare la situazione reale e stanare tutti i furbetti».
L’assessore «Bisogna aumentare la cifra oppure avremo fatto tanta fatica per avere pochi risultati»