Ponte di Annone Altri 4 indagati
Chiusa la perizia della procura di Lecco Accusati tecnici della Provincia di Bergamo e la società titolare del mezzo pesante La ricostruzione si concluderà in primavera
Aquasi due anni dalla tragedia di Annone, i familiari della vittima, i feriti e migliaia di automobilisti attendono la verità sulle responsabilità del crollo. Ma le indagini sono ancora aperte.
LECCO Alle 17.20 del 28 ottobre 2016 il crollo del ponte. Sotto il peso di un trasporto eccezionale il cavalcavia di Annone Brianza, a scavalco della superstrada 36 che collega Milano a Lecco, una delle arterie più trafficate d’Italia, si spezza piombando sulla sede stradale. Senza scampo Claudio Bertini, 68 anni. Stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. La sua auto è rimasta schiacciata sotto tonnellate di cemento. Colpite dai calcinacci o sospese in bilico nel vuoto altre vetture: cinque le persone finite in ospedale, tra cui l’autista dell’autoarticolato e una famiglia, padre, madre e una ragazzina di 12 anni. A quasi due anni dalla tragedia, i famigliari della vittima, i feriti e le migliaia di automobilisti che ogni giorno percorrono la statale che porta in Valtellina attendono ancora di sapere la verità sulle responsabilità del crollo. E le risposte, così come i risarcimenti, sembrano essere lontane, visto che non sono state chiuse le indagini preliminari e per il processo ci vorrà tempo. Altri quattro nomi sono stati iscritti recentemente nel registro degli indagati, dopo i primi tre avvisi di garanzia per omicidio colposo emessi pochi giorni dopo la caduta del ponte a carico del dirigente dell’ufficio viabilità della Provincia di Lecco, Angelo Valsecchi, del suo vice, Andrea Sesana, e del funzionario Anas Giovanni Salvatore.
Sotto accusa ci sarebbero anche i tecnici della Provincia di Bergamo che avrebbero rilasciato il permesso di circolazione al trasporto eccezionale senza effettuare alcuna verifica, la società titolare del mezzo pesante, che non avrebbe fornito la scorta nell’attraversamento del cavalcavia, accorgimento che con il passaggio obbligato al centro della carreggiata poteva evitare con tutta probabilità il crollo, ma anche chi si è occupato della manutenzione e chi avrebbe dichiarato l’assenza di problemi statici senza richiedere indagini diagnostiche accurate.
L’elenco lungo e dettagliato delle possibili responsabilità chiude la perizia del consulente della Procura di Lecco, Marco Di Prisco, ingegnere e docente del politecnico di Milano. È stata depositata alla fine della scorsa estate. Nel frattempo il fascicolo è passato di mano in mano. Il sostituto procuratore Nicola Preteroti, primo titolare dell’indagine, è stato trasferito a Bergamo. Ha lasciato la Procura di Lecco proprio in queste ore anche la dottoressa Cinzia Citterio, che gli era subentrata.
L’ipotesi è che ora ad occuparsene in prima persona possa essere il procuratore capo Antonio Chiappani, af- fiancato dal nuovo sostituto Andrea Figoni, che dovrà studiare dall’inizio il corposo procedimento.
E il tempo passa. Se sul fronte giudiziario si attende ancora la conclusione delle indagini, sono invece ripresi dopo uno stop di quasi due mesi i lavori per la ricostruzione del ponte di crollato. Dovrebbero concludersi, nonostante i ritardi, nei tempi prestabiliti, vale a dire entro la primavera del 2019.
Ad annunciarlo è il responsabile del coordinamento territoriale Nord ovest di Anas: «Il blocco del cantiere aperto a marzo è stato provocato dal processo di sminamento del terreno, con il necessario intervento dell’esercito — spiega Dino Vurro —. Ci sono stati purtroppo dei falsi positivi che hanno fermato le opere. La palificazione per le fondamenta però è stata completata e i pezzi che comporranno il cavalcavia sono pronti per essere assemblati».
«Per montare il viadotto sarà necessario chiudere temporaneamente la superstrada 36, ma è un prezzo in termini di disagi che paghiamo volentieri. Siamo ottimisti sui tempi di consegna del manufatto», il commento del sindaco di Annone, Patrizio Sidoti.
Il nuovo viadotto sarà composto da una campata unica lunga 44 metri e larga 15, con marciapiede e pista ciclabile. La struttura è stata progettata per sopportare il passaggio in contemporanea di due autoarticolati da 104 tonnellate. Il costo complessivo è di 1,6 milioni di euro.