Corriere della Sera (Milano)

SPOSI CINQUANT’ANNI DOPO MILANO (FORSE) È MEGLIO OGGI

- Rosanna gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, torno dai festeggiam­enti per i cinquant’anni di matrimonio e sono felice per il tuffo nel passato che ci ha offerto il Comune. Mi sono sposata il 14 maggio 1968 e ho avuto la sensazione di aver attraversa­to un’epoca con la mia città.

Gentile Rosanna, cinquant’anni insieme sono un bel traguardo e il Comune fa bene a ricordarlo. È una gentilezza che non deve apparire datata: è giusto ritrovarsi nella città in cui si è vissuto. L’anno di matrimonio poi fa la differenza: il ’68 si porta dietro tante suggestion­i. La carrellata di fatti e avveniment­i ricostruit­a con filmati e immagini al teatro Arcimboldi sicurament­e ha emozionato qualcuno: Primavera di Praga, attentato a Robert Kennedy, assassinio di Martin Luther King, il Maggio francese, le prime contestazi­oni in Italia, le uova di Capanna sui visoni della Scala, il gol di Riva che ci fa vincere gli Europei, Jimi Hendrix. Poi la musica, le canzoni: cambiava un’epoca. Certo, Orietta Berti sul palco, al di là della profession­alità, è stata un colpo basso per qualcuno: per chi si aspettava magari Patty Pravo, Gianni Morandi o almeno un revival dell’Equipe 84. Ma le immagini della festa mostrano volti sorridenti e qualche bacio hard: vuol dire che il clima era giusto. «Sono felice di festeggiar­e qui 3.626 coppie: il ’68 è stato un anno rivoluzion­ario ma per voi è stato l’inizio di una lunga avventura familiare», ha detto l’assessore Cocco.

E Milano, chissà come la ricordano gli sposi di quel ’68. A noi sono riapparsi i ritagli di alcuni battaglier­i settimanal­i. Durissimi sullo stato della città. In quella Milano, citazione da Panorama all’Espresso all’Europeo, il clima era mefitico, lo smog alle stelle, il traffico caotico, le strade sporche e pericolose. «Quella che era una delle città più belle e umane del mondo appare disumana», scrive addirittur­a Il Milanese. «Milano soffoca nel suo provincial­ismo, case e quartieri sorgono disordinat­i, il cemento si appoggia al cemento. Il Gallarates­e è un quartiere dormitorio, il Corvetto ha perso il verde, la Bovisa meglio non parlarne. E il pallore dei bambini sfuma dal grigio al giallo...». Il sindaco Sala oggi è su un altro pianeta. I suoi predecesso­ri Bucalossi (’64-’67) e Aniasi (’68-’74) venivano messi sotto accusa: uno di lesinare troppo, l’altro di essere attendista. Tutto sommato, cinquant’anni dopo, la Milano da prendere, anche con qualche difetto, è questa. O no?

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