Preso a 19 anni con mezzo chilo di «shaboo»
Viale Monte Ceneri, è il più grande sequestro dell’anno
Il pusher cinese di 19 anni fermato in viale Monte Ceneri stava vendendo shaboo per strada. In tasca aveva quattro grammi ma dentro l’abitazione ne è stato trovato mezzo chilo. Il giovane era già stato arrestato due anni fa. Si tratta del più grande sequestro del 2018. Dall’inizio dell’anno sono 110 gli spacciatori arrestati, molti dei quali tra Certosa e Mac Mahon.
«Hai roba addosso?». Il ragazzo tira fuori una bustina trasparente. Poco più di 4 grammi di shaboo. «Abiti qua?», gli chiedono gli agenti della Polizia locale. «No, ero di passaggio». Dalle sue tasche però hanno preso un mazzo di chiavi. Provano qualche portone. Pochi secondi. Poi arrivano al civico 31 di viale Monte Ceneri, anonima porta a vetri, davanti alla sopraelevata. Si apre. «Perché dici di non abitare qui, se le tue chiavi aprono questo palazzo?». A quel punto il ragazzo, 19 anni, italiano, origini cinesi, resta in silenzio e sale con gli investigatori fino a un appartamento del terzo piano. Sotto il suo letto trovano altri 11 grossi sacchetti. In tutto, quasi mezzo chilo di quella sostanza che sembra sale grosso, e invece è metanfetamina cloridato, shaboo, droga sintetica. È il pomeriggio del 2 ottobre quando gli agenti scrivono i verbali per il più grosso sequestro del 2018 a Milano; oltre 100 mila euro di valore per lo spaccio in strada.
Il «quadrilatero»
Era già stato arrestato nel dicembre 2016, quel ragazzino. Era ancora minorenne, lo fermarono gli stessi uomini dell’Unità contrasto stupefacenti della Polizia locale in via Jacopino da Tradate, poco distante da viale Monte Ceneri, all’interno del quadrante tra Dergano, Certosa e Mac Mahon che da qualche anno è diventato la piazza di spaccio di shaboo più attiva di Milano e tra le maggiori del Nord Italia. A fine 2016 venne arrestato per circa 60 grammi di shaboo, un migliaio di euro appena incassati, due bilancini. Affrontò il processo da minorenne, e per questo è uscito presto dal carcere. È rientrato subito nel giro dei clan cinesi che monopolizzano il traffico di metanfetamina.
I cavallini anonimi
Nato a Prato, residente a Vicenza, ha il profilo del fantasma: ragazzini che non gravitano soltanto su Milano, si spostano spesso, vivono in case condivise, affittano e si passano in nero posti letto, cercano l’anonimato perché è la più efficace copertura. Profili sempre identici e che per chi coordina e gestisce il traffico sono intercambiabili. Anche perché questi cavallini dello shaboo, e gli investigatori della Polizia locale ne hanno avuto conferma in decine di arresti, si attengono prima di tutto a un comandamento inderogabile: non parlare, non dare indicazioni, farsi la galera in silenzio perché poi verranno ripagati. E questo con tutta probabilità è stato il percorso anche dello spacciatore di Monte Ceneri.
Le operazioni
Da anni l’Unità contrasto stupefacenti s’è specializzata nel seguire le tracce degli spacciatori cinesi, i percorsi dei consumatori (soprattutto filippini, che spesso usano la droga anche per sostenere ritmi di lavoro massacranti), la geografia delle case usate come basi di stoccaggio dei rifornimenti. Nel solo 2018 gli uomini della Polizia locale hanno arrestato 110 pusher e sequestrato in totale 2 chili e 300 grammi di metanfetamina. Di solito i ragazzini tengono il rifornimento che gli viene assegnato in casa, escono e vendono in strada, ma senza allontanarsi troppo dal loro imbosco. Anche per questo, come nel caso di Monte Ceneri, gli investigatori lavorano sui palazzi della zona in cui fermano lo spacciatore.