Il palazzo sotto scacco alla Bovisa «Siamo ostaggi di due persone»
Il caso di via Imbriani alla Bovisa
Più di cinquantamila euro di more a carico di due proprietari che non pagano le rate da sei anni e a questo punto dovrebbero rifondere il condominio anche delle spese legali. Ma l’iter giudiziario contro gli insolventi, «lunghissimo e costoso», per ora è stato inutile: «Il palazzo è ancora a bocca asciutta». Parla con amarezza Claudio Bianchini, che amministra un centinaio di palazzi a Milano e hinterland e anche questo, all’inizio di via degli Imbriani. Nel tempo le ha provate tutte. Ingiunzioni, visite dell’avvocato, procedura esecutiva prima minacciata e poi davvero avviata. «Per uno dei due casi siamo ancora in ballo con il Tribunale dopo tanti anni. L’altro si è risolto nel pignoramento e lì è stata proprio la burla. A ricomprare all’asta, a prezzo ribassato, è stata una parente dello stesso proprietario. Così non ce lo siamo levati di torno — racconta Bianchini —. Inoltre c’erano creditori privilegiati che venivano prima, il condominio è rientrato di una cifra risibile rispetto al debito». E pensare che il palazzo di via degli Imbriani «è un edificio tutt’altro che trascurato nel cuore di un bel quartiere, la Bovisa, e gli altri 94 residenti sono tutti onesti». A pagare le conseguenze sono proprio loro: «Per non rinunciare ad alcuni lavori di manutenzione straordinaria necessari e urgenti sulla facciata, loro hanno dovuto dividersi anche la quota degli insolventi e anticipare la somma, sapendo che non l’avranno mai indietro».
I due che non possono pagare possiedono due bilocali di circa 90 metri quadrati, «uno dei due utilizza l’alloggio anche come una sorta di bed & breakfast, i vicini mi dicono che c’è un certo via vai di affitti ma questo non siamo mai riusciti a dimostrarlo — continua l’amministratore —. Cinquantamila euro sono un quarto del “bilancio” annuale del condominio, non poco». Caso isolato? «Macché — risponde Bianchini —. Con l’inverno alle porte, vedrà che ci saranno casi di palazzi con morosi cronici che si vedranno chiudere le forniture, soprattutto nell’hinterland. Via il riscaldamento, ad esempio. Se lo immagina un inverno al gelo?». (el. an.)