Un’arena per Santa Giulia E addio bosco della droga
Olimpiadi, il rilancio che tocca anche Rogoredo
Se Olimpiadi saranno, nel 2026 il mondo degli sport invernali planerà anche a Santa Giulia, all’interno di un quartiere dal passato tormentato che aspetta la conclusione dell’intervento e i riflettori olimpici per decollare definitivamente. I privati (Risanamento e Lendlease) hanno previsto un’arena da 15-18 mila posti. Potrebbe ospitare parte delle gare dell’hockey su ghiaccio. Ma si farà comunque, anche senza Giochi.
«Le Olimpiadi? Magari. Non sa quanto servirebbero, per l’immagine del quartiere, perché ormai si parla solo del bosco della droga». Marcello gioca nel parco con il nipotino sulle spalle. Questi scampoli di sole autunnale ancora lo permettono. Poi, s’incammina lungo la «Promenade» trainato dal cane. I Giochi invernali del 2026, se mai si faranno a Milano, piomberanno anche qua, su Santa Giulia, su questo spicchio di periferia a sudest della città. Poco più in là, a un chilometro dalla passeggiata che alla domenica mattina i residenti sfruttano avidamente, quasi a voler recuperare tutto quel tempo passato a lottare per poter ottenere e vivere l’area prima promessa, poi realizzata, quindi sequestrata, bonificata, e finalmente aperta. Era la «città dei veleni» che ha segnato per anni le cronache. Il 2010 è il momento più buio. I sigilli della Procura sembrano un colpo di grazia al progetto. I dubbi sono sulla qualità dei terreni che hanno ospitato per decenni le acciaierie Redaelli. La giunta Pisapia, appena entrata a Palazzo Marino, si ritrova lo scottante dossier sul tavolo. Lavora per riaprire in sicurezza la «Promenade», il parco Trapezio, la scuola. «È stato un percorso difficile», ricorda Lucia De Cesaris, all’epoca assessore all’Urbanistica: «Abbiamo fatto tutto il possibile per ripristinare le condizioni ambientali e restituire il quartiere ai residenti. È un esempio di come, con la giusta collaborazione, si possono correggere gli errori e sperimentare buone forme di urbanistica».
Oggi, la maxi area alle spalle della stazione di Rogoredo vive in un limbo: vuol cancellare le ombre del passato, ma ancora non ha preso lo slancio per guadagnarsi un ruolo nella capitale del nord in fermento. E in questo senso, le Olimpiadi sono più di un’opportunità. L’arena del futuro scelta per ospitare alcune gare (si parla dell’hockey, da dividersi con il mitico Palalido, o in alternativa dell’abbinata short track-pattinaggio artistico) sarà nella parte nord, ancora tutta da sviluppare. E nascerà «indipendentemente» dai Giochi, come ha già garantito il sindaco Beppe Sala. Perché l’hanno voluta i privati (l’alleanza tra Risanamento, dopo le sue vicissitudini societarie del passato, e l’australiana Lendlease). Perché il Forum d’Assago non può più mascherare a lungo tutti i suoi anni. Perché comunque la città ha un bisogno quasi disperato d’impianti: per lo sport, per la musica, per gli eventi.
Sarà un palazzetto da 1518mila posti, collegato con un tram al resto del quartiere. La proprietà — che sta già trattando con tre grandi operatori internazionali per decidere entro Natale a chi affidarne la futura gestione — ha appena consegnato la relazione economica all’amministrazione che, insieme alla Regione, dovrà dare il via libera definitivo, atteso per la prossima estate. Se l’iter proseguirà spedito, i cantieri potrebbero partire nel primo quadrimestre del 2020, per svelare l’arena alla città in anticipo sul 2026. E successivamente adeguarla agli sport invernali con un contributo di 11 milioni di euro. Per ora l’area è un’enorme distesa incolta e recintata contro cui si va a sbattere percorrendo la «Promenade» di via Bruno Cassinari. Si sviluppa a perdita d’occhio fino alla tangenziale est. I piani prevedono, oltre all’impianto polifunzionale, un nuovo business district, residenze, hotel, centro commerciale, super-
Il terreno
L’enorme area alla fine della Promenade di via Bruno Cassinari ora è recintata e incolta
L’iter
Il via libera di Comune e Regione può arrivare la prossima estate Nel 2020 cantieri aperti