Maxi-rissa tra egiziani, grave custode
Accoltellato al torace. Le versioni contrastanti e la lite su «una donna senza velo»
Quattro uomini, tutti egiziani, sono stati arrestati per una violentissima rissa scoppiata sabato pomeriggio in via Pietro Crespi. Una donna ha sostenuto che la lite sia iniziata perché il custode del palazzo le avrebbe detto di non voler «parlare con una donna senza velo», ma su questa versione sono in corso le verifiche. Il custode, accoltellato al torace, è la vittima più grave dell’aggressione.
Poco dopo le 19 di sabato, quando i carabinieri arrivano davanti al civico 11 di via Pietro Crespi, in zona viale Monza, molte persone sono riunite intorno a un uomo a terra, le ambulanze hanno chiesto aiuto perché non riescono a soccorrere l’uomo in sicurezza, un secondo ragazzo ha il volto sfregiato, urla e spintoni da una parte all’altra della strada: quattro macchine del Radiomobile si fermano davanti al portone e qualcuno inizia ad allontanarsi, i soccorritori caricano in ambulanza il primo ferito, egiziano, 32 anni. È il custode del palazzo, ha il corpo insanguinato, tre profondi tagli (tre coltellate) tra la pancia e il petto. È la vittima più grave di quella rissa violentissima che i carabinieri chiuderanno in serata con quattro arresti.
È solo qualche minuto dopo, quando al 118 arrivano altre due chiamate, e i militari hanno già sentito i primi testimoni, che si chiarisce la dinamica. Una prima allerta arriva dalla fermata del metrò «Turro», dove un uomo, 38 anni, egiziano, ha un taglio al braccio. E ancora, verso le 20, un’ambulanza avverte che sta portando verso Sesto una ragazza incinta e il suo convivente, anche lui egiziano, 25 anni.
Questi ultimi due uomini sono fratelli, e indossano proprio gli abiti che poco prima i testimoni avevano indicato ai carabinieri descrivendo le persone fuggite dopo la rissa: sono stati loro ad aggredire il custode di via Pietro Crespi, che è stato aiutato da un amico, anche lui poi ferito a una guancia.
Le testimonianze
Saad Mohamed M. vive da anni al civico 11 di via Crespi con la compagna italiana e ha molti precedenti alle spalle: secondo le testimonianze raccolte ieri dal Corriere, il custode Ahmed S. (l’unico incensurato, in regola con i documenti, definito «irreprensibile e inappuntabile» da alcuni abitanti dello stabile) avrebbe sempre segnalato alle forze dell’ordine e all’amministratore i problemi provocati nel palazzo da quell’inquilino. E questo avrebbe creato un clima molto teso tra i due, stratificato nel tempo. Sul motivo per il quale sabato sera sia nata la rissa non ci sono ancora certezze, anche perché Amhed S. è stato operato nella notte al «Fatebenefratelli» ed è ancora ricoverato (le sue condizioni sono serie ma non ha mai rischiato la vita).
«Non hai il velo»
L’unica ad aver dato una spiegazione è stata la donna italiana che convive con Saad M.: durante una «normale discussione», il custode le avrebbe detto che non voleva «parlare con una donna non musulmana che vive nel peccato perché non indossa il velo».
Una versione tutta da verificare, sia perché molti testimoni smentiscono che il custode sia un religioso integralista, sia perché la stessa coppia, in passato, ha presentato alcune denunce che poi, fatti gli accertamenti, si sono rivelate inconsistenti. Di fatto, dopo quel primo diverbio, la lite è diventata un’aggressione con almeno un paio di coltelli da cucina. Le «armi», nonostante le ricerche nelle strade intorno, non sono state trovate.
L’uomo egiziano col volto sfregiato è stato dimesso dall’ospedale e questa mattina, con i due fratelli, sarà di fronte al giudice per la direttissima. Sarà in questa prima udienza che si proverà a capire se si sia trattato davvero di una rissa o, invece, di un’aggressione nella quale il custode e il suo amico (con qualche precedente, ma non per reati violenti) si sono solo difesi.
Precedenti
Il portinaio ricoverato aveva più volte segnalato problemi provocati dall’inquilino