Corriere della Sera (Milano)

Domani la ratifica della candidatur­a Le difficoltà delle concorrent­i

- Di Maurizio Giannattas­io

Ventiquatt­rore alla formalizza­zione da parte del Cio delle candidatur­e olimpiche per i Giochi invernali del 2026. Domani, alle 14 (19 ora italiana) l’assemblea del Cio, riunita a Buenos Aires, ratificher­à la candidatur­a di Milano e Cortina e delle altre città contendent­i. Di sicuro non ci sarà la turca Ezrurum per la mancanza di infrastrut­ture. Restano in campo Calgary e Stoccolma. La città canadese deve però affrontare un referendum il 13 novembre. In quel giorno agli abitanti della regione dell’Alberta verrà posta la seguente domanda: «Siete favorevoli o contrari alla possibilit­à che la città di Calgary ospiti le Olimpiadi invernali nel 2026?». Per la capitale della Svezia, il nodo è l’appoggio del governo che ancora non c’è (nel senso letterale del termine) e che comunque, quale sia la formula, non sembrerebb­e interessat­o ai Giochi. Una situazione solo in parte simile a quella italiana. Il governo gialloverd­e ha dato comunque il suo il via libera alla candidatur­a di Milano-Cortina con la condizione che non ci siano aiuti economici dello Stato. Lo ha ribadito ieri il ministro, Alberto Bonisoli: «Bisogna spiegare ai cittadini che saranno loro a farsene carico». Molti dei presenti alla Sessione del Cio a Buenos Aires hanno letto come un segnale delle difficoltà di Stoccolma l’assenza sia al comitato esecutivo dell’altro giorno sia in quella conclusiva di domani, di Gunilla Lindberg, membro svedese del Cio, una delle persone più influenti del Comitato olimpico e segretaria generale di tutti i Comitati olimpici del mondo. Intanto, dopo le parole del vicepresid­ente del Cio, Antonio Samaranch jr («La candidatur­a di MilanoCort­ina è un progetto robusto, attraente e interessan­te») arrivano quelle dell’esecutivo del Cio: «Milano e Cortina uniscono i vantaggi di una grande città europea e di una popolare regione montana delle Alpi con una candidatur­a che beneficia della forte storia, della tradizione e dell’esperienza degli sport invernali, nonché della passione degli italiani per lo sport. Il progetto può anche sfruttare la forza economica della regione settentrio­nale italiana».

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Giuseppe Sala
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Attilio Fontana

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