«Muro, l’allarme è sanitario»
«Il muro non basta. A Rogoredo ci vogliono gli operatori del Sert mattina e sera». L’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino ne è sicuro»: «La repressione serve ma non può essere l’unico strumento. E la Regione deve fare la propria parte. Lì c’è un gigantesco problema sanitario».
E cosa si dovrebbe fare esattamente?
«A Rogoredo operano due cooperative sociali: Lotta contro l’emarginazione onlus e Comunità nuova. Il progetto è finanziato dalla Regione attraverso un piccolo bando e realizzato con noi. Ma dobbiamo prendere tutti atto che i servizi sviluppati sin qui in Lombardia non sono più adeguati rispetto alla potenza del nuovo mercato delle sostanze illegali. E non possiamo aspettare che i ragazzi vadano da soli nei Sert. Dobbiamo andare a cercarli per strada uno ad uno. Chiediamo alla Regione di farsene maggiormente carico e siamo pronti a fare la nostra parte».
L’assessore Maran chiede un presidio fisso della polizia ferroviaria. Ha ragione?
«Certo che ha ragione. La repressione e il controllo servono. Ma ci vogliono anche i presidi sanitari e sociali. Solo il mix di interventi può garantire una soluzione».
Ora arriverà il muro. Quando arriveranno gli operatori sanitari e assistenziali?
«Entro la fine dell’anno garantiamo che ci saranno più operatori nel quartiere. Potrei fare polemica con la Regione e invece voglio che si lavori insieme per offrire risposte concrete. Dico solo che anche da Palazzo Lombardia devono muoversi perché c’è una generazione da salvare».
Non c’è stata una sottovalutazione del fenomeno?
«Tentativi ne abbiamo fatti tanti. È evidente che quando c’è un problema non puoi cavartela rivendicando l’impegno».
E il rischio di spostare solo il fenomeno di qualche chilometro. Oggi a Rogoredo e domani chissà in quale altro parco di periferia?
«Chi gestisce i servizi sulla dipendenza a livello regionale deve voltare pagina; si deve cancellare questa ferita su Rogoredo ma non ci si può fermare lì. Dobbiamo debellare il fenomeno, offrendo un’alternativa a questi ragazzi. Percorsi di cura e reinserimento. È un’emergenza reale molto più di altre di cui tanto si chiacchiera in questo Paese».
Parla del tema immigrazione?
«È assurdo che s’investano soldi per impedire ai migranti di arrivare coi barconi e poi ci si volti dall’alta parte di fronte a giovani milanesi che si ammazzano, nel 2018, con l’eroina».