Corriere della Sera (Milano)

«Muro, l’allarme è sanitario»

- Di Andrea Senesi

«Il muro non basta. A Rogoredo ci vogliono gli operatori del Sert mattina e sera». L’assessore al Welfare Pierfrance­sco Majorino ne è sicuro»: «La repression­e serve ma non può essere l’unico strumento. E la Regione deve fare la propria parte. Lì c’è un gigantesco problema sanitario».

E cosa si dovrebbe fare esattament­e?

«A Rogoredo operano due cooperativ­e sociali: Lotta contro l’emarginazi­one onlus e Comunità nuova. Il progetto è finanziato dalla Regione attraverso un piccolo bando e realizzato con noi. Ma dobbiamo prendere tutti atto che i servizi sviluppati sin qui in Lombardia non sono più adeguati rispetto alla potenza del nuovo mercato delle sostanze illegali. E non possiamo aspettare che i ragazzi vadano da soli nei Sert. Dobbiamo andare a cercarli per strada uno ad uno. Chiediamo alla Regione di farsene maggiormen­te carico e siamo pronti a fare la nostra parte».

L’assessore Maran chiede un presidio fisso della polizia ferroviari­a. Ha ragione?

«Certo che ha ragione. La repression­e e il controllo servono. Ma ci vogliono anche i presidi sanitari e sociali. Solo il mix di interventi può garantire una soluzione».

Ora arriverà il muro. Quando arriverann­o gli operatori sanitari e assistenzi­ali?

«Entro la fine dell’anno garantiamo che ci saranno più operatori nel quartiere. Potrei fare polemica con la Regione e invece voglio che si lavori insieme per offrire risposte concrete. Dico solo che anche da Palazzo Lombardia devono muoversi perché c’è una generazion­e da salvare».

Non c’è stata una sottovalut­azione del fenomeno?

«Tentativi ne abbiamo fatti tanti. È evidente che quando c’è un problema non puoi cavartela rivendican­do l’impegno».

E il rischio di spostare solo il fenomeno di qualche chilometro. Oggi a Rogoredo e domani chissà in quale altro parco di periferia?

«Chi gestisce i servizi sulla dipendenza a livello regionale deve voltare pagina; si deve cancellare questa ferita su Rogoredo ma non ci si può fermare lì. Dobbiamo debellare il fenomeno, offrendo un’alternativ­a a questi ragazzi. Percorsi di cura e reinserime­nto. È un’emergenza reale molto più di altre di cui tanto si chiacchier­a in questo Paese».

Parla del tema immigrazio­ne?

«È assurdo che s’investano soldi per impedire ai migranti di arrivare coi barconi e poi ci si volti dall’alta parte di fronte a giovani milanesi che si ammazzano, nel 2018, con l’eroina».

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