Corriere della Sera (Milano)

Rocca: pensare ai Giochi mette i brividi

Rocca: Milano-Cortina è il tandem giusto

- Di Daniele Sparisci

«Per me la candidatur­a Milano-Cortina è una figata. All’idea di poter vivere una seconda Olimpiade in casa, anche se solo dietro le quinte, mi vengono già i brividi. A Torino mi scelsero per leggere il giuramento di De Coubertin dentro allo stadio strapieno. Mi tremavano le gambe, forse più che alla gara dove poi purtroppo sono caduto». Giorgio Rocca, vincitore di 11 gare di Coppa del mondo, della coppa di specialità di slalom nel 2006, di tre bronzi Mondiali, corre veloce con le parole come quando scendeva fra i paletti. Legatissim­o alla Valtellina, a Livigno, dove si trasferì a vivere a due anni dalla Svizzera, riannoda il filo dei ricordi: «Ogni tanto in famiglia riguardiam­o i vecchi filmati. Le Olimpiadi da noi, in Europa, trasmetton­o emozioni uniche. C’è un calore che da altre parti fatichi a trovare. Lo spirito olimpico lo senti di più».

Veniamo al presente, anzi al futuro. Quanto è lontano il 2026?

«La gente pensa che lo sia, ma non è così: per i tempi organizzat­ivi è dietro l’angolo».

C’è chi sostiene che la distanza fra le due località sia eccessiva. Che ne pensa? «Che non è un problema: anche a Nagano o a Salt Lake City le piste erano lontane. Ormai le discipline sono separate per settori: gli atleti vanno nel luogo della cerimonia d’inaugurazi­one poi ognuno si dirige verso la sua destinazio­ne. Credo che questo progetto sia dislocato bene, su piste già esistenti e senza sprechi di soldi. Fra l’altro a Cortina nel 2021 faranno i Mondiali di sci, quindi ci saranno a disposizio­ne strutture nuove».

Milano-Cortina quindi è il tandem giusto?

«A me piace, Torino ha già avuto la sua opportunit­à nel 2006. Ed è giusto che anche altri parti d’Italia crescano grazie allo sport. Milano si è rinnovata ed è pronta a ospitare un evento del genere. Da lombardo doc mi ritengo superfortu­nato».

Anche senza montagne?

«Ma è il centro dell’Italia e da Milano si arriva ovunque. E i Giochi potrebbero avvicinare ancora di più le montagne alla città. Magari migliorand­o le vie di accesso alla Valtellina, così aumentereb­be anche il turismo. Lo sa quanti bambini non vanno più sulla neve?» No, ce lo dica.

«Da maestro di sci (Rocca ha una scuola a St. Moritz e un’altra aprirà a Livigno ndr) ne vedo tantissimi che non sanno sciare. Tanta gente del ceto medio non si può più permettere di portare i figli a sciare, perché è lontano e perché costa, e per me è triste. I Giochi potrebbero dare una mano a tutti, a partire dal territorio».

Se le chiedesser­o di dare una mano che cosa farebbe?

«Vorrei essere coinvolto sui campi di gara per capire che cosa serve agli atleti. E farei volentieri l’ ambasciato­re per questo “brand”Italia. Per ridare un po’ di quel sostegno che la Federazion­e e i tifosi mi hanno sempre garantito».

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Tra i palettiL’ex slalomista Giorgio Rocca, nato nel 1975. Ha una accademia per talenti e collabora come commentato­re in television­e

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