La linea Salvini nel campo sinti
«Via il campo sinti, non sono indigenti»
Via i campi rom e nessun alloggio ai nomadi dopo lo sgombero delle forze dell’ordine. La svolta della giunta di Gallarate: il sindaco leghista ha deciso di stanziare solo i soldi per le demolizioni.
GALLARATE (VARESE) La questione tiene banco da mesi. Ma ora il campo sinti di Gallarate, in provincia di Varese, dove vivono 80 persone, ha davvero i giorni contati. La novità scaturisce da una circolare firmata da Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini, inviata a settembre a tutte le prefetture. L’oggetto: «Occupazione arbitraria di immobili. Indirizzi». Nel documento si tracciano le linee guida: censimento dei residenti, valutazione delle situazioni patrimoniali e successivo sgombero, con alloggi che il Comune deve mettere a disposizione solo in caso di presenza di «soggetti in situazione di fragilità privi della possibilità di soddisfare, autonomamente o attraverso il sostegno dei loro parenti, le prioritarie esigenze conseguenti alla loro condizione».
Il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, ha deciso di recepire alla lettera la circolare predisponendo una delibera di giunta in cui si stanziano circa 40 mila euro per le spese di demolizione del campo. E basta. Niente sistemazione per le famiglie, anche con minori, presenti in via Lazzaretto. «Tutti i soggetti che vivono nel campo abusivo hanno, come emerso dalle verifiche, parenti di primo e secondo grado con immobili intestati. Ed è per questo che l’amministrazione non sta provvedendo ad altro», spiega. Gli uffici comunali hanno fatto partire, nel marzo scorso, sopralluoghi per verificare la presenza di abusi edilizi. «Ad aprile era stata notificata un’ordinanza di sgombero, e ad agosto nulla era ancora stato fatto per sanare gli abusi — prosegue Cassani —. Si tratta di un’area comunale e tutto ciò che è ancorato a terra è da considerarsi come immobile». Poi è partito il censimento. «È stato fatto un controllo incrociato con l’anagrafe e la Guardia di finanza. Ora abbiamo un quadro preciso: sappiamo cosa possiedono i residenti e chi sono i loro parenti. C’è, ad esempio, il caso di una donna che vive nel container con i figli mentre il marito è intestatario di una casa». Quello di Gallarate potrebbe essere il primo sgombero «senza reti» successivo alla circolare Piantedosi: ci fu il caso, un mese fa, della ex sede Alitalia di Sesto occupata dal collettivo «Aldo dice», ma venne trovata una sistemazione alternativa per un terzo degli abusivi che vi abitavano.
Una volta firmata la delibera, sarà questione di giorni. «Chiederò al prefetto la forza pubblica. Comunicheremo in anticipo la data dell’intervento, così chi vuole portarsi via le case mobili avrà tempo di lasciare l’area. Ciò che non è su gomma verrà demolito», conclude Cassani, già noto alle cronache per aver sborsato di tasca propria 90 euro per pagare il treno a 12 richiedenti asilo che volevano lasciare la città alla volta di Milano.i
Il ministero
Il Comune demolirà «senza reti»: è la prima applicazione della circolare di Salvini