Quadri, scritti, fotografie Premi ai talenti di strada che interpretano la città
Ieri, durante la Notte dei senza dimora, sono stati consegnati i premi ai migliori «artisti clochard». Scritti, quadri, una incisione, fotografie. «Per valorizzare queste persone e farle sentire importanti e comprese», sintetizza Paola Arzenati di Fondazione Isacchi Samaja, tra i promotori dell’iniziativa. Schivi, refrattari a farsi fotografare, eppure orgogliosi dei loro lavori e di quello che nel tempo, pur per strada, grazie ai corsi e alle attività nei centri, hanno imparato a fare. Faith Sylvester, dal Senegal, con la protesi al posto di una gamba, ha lasciato al Paese una figlia adolescente e ha scritto un racconto dedicato a lei. «Il mio sogno è fare la sarta», dice piano, ritirando il premio. Giovanni Peci ha partecipato con un quadro e vorrebbe diventare cantante, chi lo ha ascoltato dice che è bravo: «Vorrei comprare un amplificatore e un microfono», dice. E poi c’è Massimo Aire, che dorme a Casa Jannacci e con il gruppo dei Gatti Spiazzati, formato da tutti clochard, conduce visite guidate per la città. «Non chiediamo nulla, ci danno una offerta libera», racconta. Ha vinto con la fotografia dell’interno di una chiesa. «Ho conosciuto la navata della parrocchia San Dionisi Prato Centenaro portandoci dei turisti — si inorgoglisce —. Ho scattato un’immagine, e quella ha vinto».