Corriere della Sera (Milano)

Il campetto cancellato dalla burocrazia

Città Studi, contesa tra funzionari sull’area in affitto: va restituita, demolite l’impianto

- di Pierpaolo Lio

Un campo da basket, rastrellie­re per le bici con tettoia, panchine: tutto da demolire. Perché realizzate dall’ex Provincia su un’area comunale per decenni in uso al liceo Donatelli-Pascal che l’attuale Città metropolit­ana non vuol più prendere in affitto. A niente serve la proposta di lasciare le attrezzatu­re in dote al quartiere: gli uffici del Comune chiedono il rispetto alla lettera del vecchio contratto.

Il buonsenso è spacciato quando si va a schiantare contro l’ottusità della burocrazia. La letteratur­a in merito in Italia è ampia. E anche la Milano smart e innovativa non è ancora vaccinata ed esente. Succede così che il Comune che inaugura campetti di basket e rastrellie­re per le bici non riesca a salvare un playground e un parcheggio per le due ruote che la Città metropolit­ana (guidata tra l’altro dallo stesso sindaco) le lascerebbe volentieri in dote — anche solo per ragioni squisitame­nte economiche — e per il rispetto di un codicillo d’un vecchio contratto ne chieda anzi la demolizion­e. Tutto ruota attorno a un piccolo terreno dalle parti di Città studi. Duemila metri quadrati scarsi tra viale Campania e via Terenzio, a fianco al liceo scientific­o DonatelliP­ascal. Da quarant’anni Palazzo Marino, che ne è proprietar­ia, lo concede in affitto all’ex Provincia che nel tempo ne ha fatto una palestra a cielo aperto per gli studenti. Pavimentaz­ione sintetica, campetto da basket/calcetto recintato, panchine, verde, passaggio pedonale e parcheggio per le due ruote coperto da tre tettoie. Tutto da buttare, secondo gli uffici di piazza Scala.

I quattro anni di rimpalli di responsabi­lità tra i tecnici comunali sono ben raccontati in un atto dirigenzia­le che suona quasi come una confession­e. I primi passi sono del 2014, a qualche mese dalla scadenza dell’ultimo contratto firmato cinque anni prima. La macchina inizia a muoversi per il rinnovo. Il canone è 6mila euro l’anno. La Provincia già in crisi finanziari­a decide di farne a meno «in quanto le palestre di cui dispone l’istituto scolastico sono in grado di garantire lo svolgiment­o delle ore di Educazione fisica». Ma il liceo si fa avanti comunque, e ne chiede la gestione gratuita. La giunta comunale acconsente: nel 2015 delibera di sollevare l’ente di via Vivaio e la scuola dalla spesa. Il Demanio assegna la pratica alla Direzione Sport affinché provveda «alla successiva concession­e in uso gratuito al liceo».

Inizia il blackout. Gli uffici dello Sport rispedisco­no indietro il dossier: l’area «non è un impianto sportivo ma (...) un’area sportiva» e quindi, precisano, di competenza del Demanio. Un anno dopo i tecnici devono prendere atto che la scuola «non fruisce di una concession­e in uso gratuito in quanto il Settore Sport non ha mai dato corso alla deliberazi­one di giunta». Nel 2017 contattano allora la subentrata Città metropolit­ana per rinnovare un contratto oneroso.

Il nuovo ente declina l’offerta, sollevando un problema: «È pur vero che l’articolo 11 del contratto di locazione prevede la riconsegna dell’area libera sgombera da persone cose e manufatti, ma alla luce dell’opportunit­à di poter conservare impianti quali il campo da basket, costruito dalla Provincia, e rastrellie­re per biciclette per l’utilizzo della collettivi­tà della zona ed evitare ulteriori costi necessari per lo smantellam­ento dei suddetti manufatti, si è chiesto a codesto Comune il mantenimen­to delle suddette strutture». Nessuno in piazza Scala sembra però volersi far carico dell’onere della decisione. A fine 2017 l’Area Patrimonio rilancia la palla allo Sport con il mandato di «visionare l’impianto e di verificare la possibilit­à o di mantenerlo o di imporre alla Città metropolit­ana la riconsegna dell’area libera». La risposta, 72 ore dopo, ribadisce che «l’Area Sport non è interessat­a alla presa in consegna dell’area». Si arriva all’atto appena firmato: la scelta di rispettare fedelmente il contratto. Toccherà alle ruspe far tornare l’area «libera, pulita, sgombera da persone cose e manufatti, anche interrati, senza alcun onere di risarcimen­to o indennizzo a carico del Comune».

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La querelle Il campetto e la rastrellie­ra tra via Apulejo e via Terenzio, affittati dal Comune alla Provincia che li ha concessi al liceo scientific­o
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(Lapresse/ Stefano Porta) Lo scientific­o L’ingresso del liceo scientific­o DonatelliP­ascal all’angolo tra via Apulejo e viale Campania: l’istituto deve riconsegna­re al Comune l’area sgombra come previsto dal contratto
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