Qui Icardi, Mou e Ranocchia «Archiviati gli screzi Anche applausi ai rivali»
Inter
Derby: basta la parola. Meno cinque al primo dei due appuntamenti più sentiti dai tifosi. In particolare da quelli della curva che hanno iniziato a prepararlo da tempo. «Per ideare e realizzare le coreografie servono dai due ai quattro mesi — ricorda Franco Caravita, da oltre 40 anni memoria storica della Curva Nord —. S’impegnano almeno 50 ragazzi per realizzarne di belle, capaci di gratificare e trasmettere intense emozioni ai tifosi interisti».
La più divertente?
«Premesso che lo sfottò è l’anima del tifo, ricordo bene la coreografia che realizzammo qualche anno fa. Primo striscione dedicato ai milanisti: “Attenzione comincia lo spettacolo”. Poi il secondo: “Guardatevi allo specchio facce da c...”. E, infine, un centinaio di noi si alzò in piedi: girandoci di spalle ci abbassammo i pantaloni. Devo dire che finirono per apprezzare anche i tifosi del Milan».
Quarant’anni di stracittadina. Il più emozionante?
«Direi quello del 2010, anno del triplete: 2-0 per noi, gol di Milito e Pandev, con l’Inter costretta a giocare in nove a causa di due espulsioni. E con Mourinho che a un certo punto alzò le braccia mimando di avere le manette ai polsi. Vittoria straordinaria, esaltante. Più forti di un sistema che spesso ha penalizzato l’Inter».
E quello più amaro?
«Semifinale di Champions: 0-0 all’andata, 1-1 al ritorno, ma in finale con la Juve andò il Milan per il gol segnato in “trasferta”. Brutta batosta».
Una faccia da derby?
«Il Principe Diego Milito. Ma quante volte ha castigato il Milan? (sei gol in quattro derby, ma questa speciale classifica la guida Andriy Shevchenko con 14 reti nelle stracittadine, ndr)».
I migliori giocatori del passato?
«Oriali, Zenga, Stankovic, Zanetti. Ho sempre apprezzato gli anti-divi, i portatori d’acqua, quelli che ci mettono cuore, testa e palle. Anche Bergomi e Ferri restano indimenticabili».
E del presente?
«Penso a Brozovic, Vecino. A me piace tanto e stimo Ranocchia: anche se non gioca è fondamentale».
Niente Icardi?
«Gli screzi e le frizioni per quello che ha scritto su di noi sul suo libro sono un ricordo. Lo apprezziamo perché all’Inter ci tiene. Non è colpa sua se al calcio attuale manca un po’ il senso di appartenenza: oggi farei più fatica anch’io ad avvicinarmi al pallone».
Un calciatore del Milan?
«Paolo Maldini. Gli abbiamo anche dedicato anche uno striscione: “Nemici in campo, amici fuori”».