Corriere della Sera (Milano)

Fumo e odore acre sulla città dopo il rogo «Non c’è allarme»

Fumo ma nessun rischio. Il manager in ditta cambiato alla vigilia del rogo

- Di Sara Bettoni

Odore acre nel quadrante Ovest della città, da via Washington a San Siro. Colpa del vento che ha sparso il fumo dell’incendio iniziato domenica sera in un capannone della Bovisasca. In corso le analisi Arpa, ma al momento non risultano pericoli per la salute.

Le segnalazio­ni sono arrivate da via Washington, via Solari, San Siro, dal Giambellin­o e da buona parte del Municipio 7. «Cos’è questo odore acre?», «Perché l’aria è irrespirab­ile?». La nube di fumo sprigionat­a dall’incendio iniziato domenica nel capannone di via Chiasserin­i, alla Bovisasca, ieri ha investito il quadrante Ovest della città. Preoccupat­i i residenti, ancora di più se genitori. Qualcuno ha indossato una mascherina, altri hanno cercato di coprirsi il volto con una sciarpa. Lo stesso sindaco Beppe Sala ha ammesso: «Esiste un problema di odori sgradevoli in alcune parti della città. È un problema che sta scemando e, da quello che ci dicono, non ci sono rischi per la salute, ma è una situazione tutto meno che piacevole».

Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, spiega che il fumo si è propagato dall’incendio tuttora in corso a causa di un debole vento che sin dalla notte di lunedì ha iniziato a soffiare da Nord a Sud. L’odore acre si è così diffuso nel settore occidental­e di Milano. L’agenzia ricorda anche che proseguono i monitoragg­i dell’aria per verificare la presenza di sostanze pericolose. In base alle primissime analisi di domenica sera, «non sono state rilevate criticità rispetto agli inquinanti più pericolosi». Il primo filtro posizionat­o da subito vicino al rogo è già stato inviato ai laboratori Arpa. La procedura di analisi, lunga 72 ore, porterà ai primi risultati certi tra oggi e domani. Il monitoragg­io proseguirà per tutta la durata dell’incendio. Intanto l’Ats (ex Asl) consiglia ai residenti del quartiere, a titolo precauzion­ale, di tenere le finestre chiuse e sostare il meno possibile all’aperto.

Proseguono anche gli accertamen­ti sulle responsabi­lità. Gli inquirenti stanno indagando su un cambio sospetto di amministra­tore societario, avvenuto il giorno prima dell’incendio. Sabato scorso, a quanto risulta dai dati della Camera di commercio, Mauro Zonca ha rimesso la carica di amministra­tore di Ipb Italia, l’azienda a cui oggi appartiene l’area di via Chiasserin­i 21, a favore di Patrizia Geronimi. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Donata Costa e condotta da Squadra mobile e vigili del fuoco, saranno analizzate le telecamere della zona. Saranno valutati anche i possibili collegamen­ti con l’incendio di lunedì a Novate Milanese e con le indagini sul traffico di rifiuti. Il materiale bruciato, 16 mila metri cubi, era infatti accatastat­o in via Chiasserin­i senza autorizzaz­ioni, come aveva evidenziat­o il sopralluog­o della Polizia locale e dei tecnici di Città metropolit­ana giovedì scorso. Da parte del Comune, piena disponibil­ità a collaborar­e. «Il business illecito che gira attorno ai rifiuti deve ricevere da Milano un messaggio chiaro di opposizion­e» dice Sala.

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(Piaggesi) La diffusione I fumi sopra il deposito di stoccaggio rifiuti illegale in via Chiasserin­i alla Bovisasca a tre giorni dal rogo
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Bovisasca La nube di fumo sprigionat­a dall’incendio iniziato domenica nel capannone di via Chiasserin­i, alla Bovisasca, ieri ha investito il quadrante Ovest della città. Preoccupat­i i residenti, ancora di più se genitori di bambini che frequentan­o una delle scuole assediate dalle esalazioni. Oggi i risultati delle indagini Arpa
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