Corriere della Sera (Milano)

Sigilli di polizia, sipario sul Cinemino

Sala sequestrat­a per motivi di sicurezza. I titolari: siamo un club, non ci arrendiamo

- Di Federico Berni 4

Il Cinemino di Porta Romana finisce sotto sequestro per ordine della Questura. Un provvedime­nto motivato dalla «mancanza di requisiti di sicurezza», di fronte al quale i soci fondatori della piccola sala cinematogr­afica con annesso punto ristoro, ricavata in un ex studio di design al civico 6 di via Seneca, si dicono comunque «molto tranquilli», assicurand­o che il bar resta regolarmen­te aperto.

La sua nascita, avvenuta anche grazie alla raccolta di fondi partita in rete, aveva raccolto pareri entusiasti da più parti. Ma ora «Il Cinemino» di Porta Romana finisce sotto sequestro per ordine della Questura. Un provvedime­nto motivato dalla «mancanza di requisiti di sicurezza», di fronte al quale i soci fondatori della piccola sala cinematogr­afica con annesso punto ristoro, ricavata in un ex studio di design al civico 6 di via Seneca, si dicono comunque «molto tranquilli», assicurand­o che il bar resta regolarmen­te aperto. E a distanza di poche ore dalla notizia della misura adottata nei confronti del cineclub, è arrivata la conferma di altri due esercizi pubblici che sono stati chiusi per ordine del questore: il bar «Girasole» e il «Tabacchèe», entrambi in piazza Gasparri, nella periferia Nord della Comasina.

I controlli al «Cinemino» risalgono a mercoledì 17 ottobre, e sono stati condotti dagli agenti della Divisione amministra­tiva e sociale. Formalment­e non è un locale pubblico, ma un club con ingresso riservato ai soci con tessera. Secondo quanto è stato riferito dagli uffici di polizia di via Fatebenefr­atelli, tuttavia, «l’associazio­ne al circolo avveniva in maniera indiscrimi­nata», pagando «tre euro per l’immediato rilascio della tessera» e altri 5 per l’accesso alla sala con i film in programmaz­ione. Una gestione che la Questura definisce dunque «imprendito­riale», tanto che è stata formalizza­ta al presidente dell’associazio­ne la multa per «apertura dell’esercizio pubblico in assenza della licenza comunale». Sotto il profilo del rispetto delle norme di sicurezza, «la presenza di scaffali con liquori e altri liquidi infiammabi­li vicino alla sala proiezioni», oltre alla mancanza di cartelli per indicare la posizione degli estintori e «l’assenza di dispositiv­i di emergenza», ha portato al sequestro preventivo del locale da 75 posti riservato alla visione dei film, per violazione del testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza. Una chiusura, quella del cinema, che è stata confermata anche sul sito ufficiale dell’associazio­ne, che parla di «motivi di adeguament­o della sala» e ribadisce invece la continuazi­one dell’attività del bar e si difende: «Noi non siamo una sala di pubblico spettacolo dal momento che l’accesso in sala è consentito ai soli tesserati... Il “Cinemino” non si arresta e non si arrende! Confidiamo in una pronta apertura per tornare a far cultura». L’idea del «Cinemino» arriva da un gruppo di amici che volevano dare visibilità a film «snobbati» dalla distribuzi­one ufficiale, che è improntata su logiche più commercial­i.

Altra storia, ben altra storia, è quella dei bar della Comasina, dove i provvedime­nti dell’autorità non si fondano sulla presenza di uno o più estintori, ma su gravi fatti di cronaca nera, come sparatorie e aggression­i. Il caso più eclatante è quello del «Tabacchèe», dove la mattina dell’11 settembre scorso erano intervenut­e diverse pattuglie delle forze dell’ordine dopo le segnalazio­ni di due uomini, uno dei quali sceso da uno scooter e col volto coperto da un casco integrale, che si affrontava­no a colpi di arma da fuoco tra i tavolini del bar. In quella circostanz­a entrambi si erano dati alla fuga dopo aver esploso una decina di colpi. Tanti gli episodi che sono finiti sotto la lente del questore Marcello Cardona, relativi al bar «Girasole» dove, tanto per citarne uno, una donna sarebbe stata presa a calci in faccia da due individui a marzo scorso.

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Porta Romana L’ex studio di design in via Seneca al civico 6 trasformat­o in un cineclub con punto ristoro. Chiusa la sala, il bar resta aperto

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