Cultura, 30 mila imprese a Milano Corsa all’evento
Costi e regole: ecco le sedi-top del Comune
Milano leader nell’industria culturale per incidenza di ricchezza e occupazione. Nei primi sei mesi dell’anno ha registrato un incremento dell’ 1,3% e del 6% in cinque anni. Su 323 mila imprese dell’economia creativa in Italia, 66 mila si trovano in Lombardia e la metà nel suo capoluogo. Corsa di privati e no profit per affittare le location più ambite della città. In testa Castello Sforzesco e Palazzo Reale
C’è chi, dopo aver celebrato il matrimonio a Palazzo Reale, ha chiesto di poter organizzare la cena nuziale in una delle sale dell’edificio. C’è invece chi pensava di poter soffiare sulle candeline del suo compleanno in uno degli spazi del Castello Sforzesco. In entrambi i casi la risposta è stata un sonoro no. Forse però non tutti sanno che molti spazi del patrimonio storico del Comune sono «affittabili» non solo per attività culturali, ma anche per attività promozionali e commerciali sia del mondo profit e privato sia del mondo no profit. Spazi messi a reddito. Nel 2017, le location del Castello, di Palazzo Reale e di Palazzo Morando, hanno portato nelle casse di Palazzo Marino 163.775 euro. Ma al consuntivo finale mancano una serie di spazi. Da quelli dell’Acquario civico, al Pac, dalla Rotonda della Besana, alla Fabbrica del Vapore, dalla Palazzina Liberty alla Sala del Grechetto. Tutti luoghi che possono essere affittati anche dai privati.
Ventimila euro al giorno Quanto costa affittare uno di questi spazi a un privato? I più cari, ma sottoposti a regole rigidissime e affittati solo per occasioni particolari, sono la Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, la Sala da Ballo della Galleria d’Arte moderna e la Sala Fontana del Museo del Novecento. Costo giornaliero: 24.200 euro. Tutte e tre sale di grande pregio e soprattutto, almeno per quanto riguarda il Gam e il Museo del Novecento, inserite in percorsi espositivi museali con opere che potrebbero essere facilmente danneggiate. Per questo motivo è molto difficile che gli spazi vengano affittati se non per eventi eccezionali. Le tariffe
Ci sono tre tipi di canone. Ridotto, agevolato e intero. Il primo è riservato a chi propone attività di carattere culturale e sociale sia profit sia no profit le cui finalità sono condivise dalla pubblica amministrazione con il patrocinio del Comune. Il secondo è invece riservato al mondo no profit. Il terzo riguarda iniziative diverse, promozionali e commerciali organizzate da profit e privati anche senza il patrocinio del Comune. Al metro quadro Affittare i 1360 metri quadrati del Cortile della Rocchetta, uno degli spazi più suggestivi dello Sforzesco costa a un privato 15mila e 100 euro al giorno e può ospitare fino a 450 persone. Stesso prezzo per i 180 metri quadrati del Portico dell’Elefante e i 397 metri della Sala Viscontea. Si può chiedere ospitalità nel fossato al prezzo di 2.600 euro. Stessa cifra per le merlate e la Torre Falconiera. Nel 2017 gli introiti hanno raggiunto i 132mila euro. Per circa un terzo si è trattato di eventi istituzionali sotto l’egida del Comune, come Bookcity, Estate Sforzesca, Pianocity, Museocity ma non sono mancate iniziative in collaborazione con altri enti come Bandiere arancioni insieme al Touring club o il Premio Compasso d’Oro con Adi. Qui, il Consolato americano per molti anni ha festeggiato l’Indipendence Day. «Privilegiamo eventi aperti alla cittadinanza — spiega Giovanna Mori, responsabile dei servizi del Ca-
Bilancio
Nel 2017 per Sforzesco e i Palazzi Reale e Morando l’incasso è stato di 163.775 euro
Le proprietà di Palazzo Marino preferite come location per attività culturali, commerciali e promozionali Tra le più costose la Sala delle Cariatidi e la Sala da ballo della galleria d’Arte Moderna. Regole rigidissime e tre tipi di canone. Richieste da privati e no profit
stello e della raccolta Bertarelli — perché il Castello è di tutti e per questo preferiamo dare spazi a eventi istituzionali. Poi comunque non mancano le richieste particolari come chi chiede di potere festeggiare il compleanno e il matrimonio in una delle sale, ma noi preferibilmente non diamo l’assenso. Se cominciamo a dire di sì per un banchetto di compleanno o per un matrimonio non ci fermiamo più. Se poi è un’iniziativa troppo imponente gli suggerisco di andare al Marriott» dice scherzando ma non troppo perché il rischio di possibili danni ai monumenti è sempre dietro l’angolo.
«Al Castello non è mai successo nulla di irreparabile — prosegue Mori — perché i controlli sono molto rigidi. Chi affitta deve stipulare una polizza per responsabilità civile verso terzi per danni a cose o persone, compresi quelli al patrimonio e deve versare una cauzione». Seguono una lunga serie di prescrizioni: dalla cucina senza fuochi, ai tappeti contro i danni ai pavimenti. «Prevenire — conclude Mori — è meglio che curare».
Eventi e iniziative
Al privato che chiede di avere in concessione per un giorno il Cortile d’onore (1.632 metri quadrati per 600 posti) il costo è di 15mila e 100 euro. Stessa cifra che si paga per la Sala delle Otto Colonne. Ma la location più richiesta è la nuova Sala conferenze che costa rispettivamente 450 euro, 2.600, e 5.200 euro. Eventi nella stragrande maggioranza istituzionali. Nel 2017 ci sono state 116 iniziative: 26 di soggetti privati (quasi tutti no profit – associazioni, fondazioni) che hanno generato un incasso per il Comune di 28.550 euro, 29 iniziative di Direzioni comunali, 42 eventi organizzati dalla Direzione Mostre, 19 della Direzione Cultura.
«La Sala conferenze è utilizzata quasi ogni giorno — spiega il direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina —. È un servizio per la città. Poi c’è chi si sposa a Palazzo Reale e chiede se può fare la festa di matrimonio qui. Pago e faccio la festa. Non funziona così». D’altra parte quella di poter utilizzare un edificio storico per un uso privato non è una novità di questi giorni. Ai tempi di Albertini sindaco, qualcuno chiese di poter utilizzare una delle sale di Palazzo Marino, la casa di tutti i milanesi, per festeggiare il compleanno. Anche in quel caso, la risposta fu un sonoro no.