«Basta divisioni e correnti Rispondiamo al malessere del Nord verso il governo»
Eugenio Comincini, per dieci anni sindaco di Cernusco sul Naviglio, da marzo è senatore della Repubblica, risponde al telefono dalla Leopolda.
Perché candidarsi alla segretaria regionale del Pd?
«Perché tanti sindaci e amministratori mi hanno chiesto di assumere questa responsabilità, a dimostrazione che in molti ritengono che il partito debba dare più spazio alle esperienza nate sul territorio».
Obiettivi e priorità?
«È chiaro che l’obiettivo di lungo periodo è quello di portare la prossima volta il Pd alla guida della Regione. Per farlo però ci vuole un partito federato, come prevede peraltro anche il nostro statuto». Il famoso Pd del Nord?
«C’è da attrezzarsi per interpretare al meglio il malessere del Nord verso questo governo. Basta ascoltare il grido di dolore lanciato dal presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, che giovedì ha fatto un discorso durissimo contro la manovra economica».
Il Pd deve diventare l’interlocutore dei ceti produttivi del Nord?
«No o comunque non solo. Il Partito democratico deve sapere ascoltare le richieste dei ceti produttivi, ma anche le esigenze di chi è in difficoltà. Nei nostri Comuni si è data risposta alle fragilità in maniera efficace. Sindaci e amministratori hanno ricette che possono rafforzare l’identità del partito. Le buone pratiche devono diventare strategia condivisa e il partito regionale deve diventare un motore per forgiare a un’identità fondata su progetti chiari e specifici».
È il «modello Milano»? «Giuseppe Sala ha saputo costruire un modello positivo perché ha dato risposte su un fronte ampio. Milano produce ricchezza e distribuisce i benefici».
Nel concreto che cosa significa?
«Prendiamo il tema della mobilità e dei trasporti. Per la prima volta ci sarà una tariffa integrata per tutto la provincia. Oppure la candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026: Sala è riuscito a spalmare gli investimenti su tutta la regione. Tra le priorità su cui dovremo lavorare come partito metto in cima proprio l’ambiente, le infrastrutture e i servizi».
Il Partito democratico deve sposare compiutamente l’autonomismo delle regioni del Nord?
«È un tema a me caro. La Lombardia per trainare meglio l’Italia va messa nella condizione di esprimersi al meglio».
Lei è il candidato dell’area renziana del partito?
«No, sono il candidato di chi riconosce che bisogna tornare ad avere un motore politico forte e che non si rassegna a vedere il Pd morire di correntismo. Si tratta di costruire comunità e avere progetti politico. Politica e comunità per ridare sostanza alla nostra azione».
Eugenio Comincini Le nostre giunte locali, Milano in primis, hanno saputo dare risposte efficaci L’obiettivo è arrivare a Palazzo Lombardia