MEDICI, SERVE PIÙ DIALOGO
Il collega Giuseppe Remuzzi, a commento dell’articolo sull’aumento delle «denunce facili» nei confronti dei medici e sui meccanismi malati che si innescano tra paziente, suoi familiari, avvocato, medico e colleghi, ha giustamente sottolineato alcuni aspetti centrali: trasparenza di informazioni, corretta comunicazione medicopaziente e attenzione alle procedure legislative, in particolare sul tema delle linee guida e della loro elaborazione da parte delle società scientifiche. I chirurghi italiani riuniti a Roma nei giorni scorsi hanno fortemente richiamato la necessità di una rapida emanazione dei decreti attuativi della cosiddetta «Legge Gelli», che aiuterebbe medici e infermieri a svolgere in modo più sereno, e dunque migliore, il proprio lavoro. Medici e chirurghi sono immuni da critiche ed errori? Assolutamente no ed è necessaria un’autocritica. Al di là degli errori, quelli veri, e delle tragedie, che meritano un’analisi seria, caso per caso, ma ai quali si risponde solo e soltanto con uno sforzo convinto al contempo di scienza e coscienza, medici e chirurghi devono impegnarsi a spiegare e spiegarsi. Comunicare meglio, in modo più chiaro ed empatico, è la prima risposta per disinnescare l’insorgenza di vere e proprie crisi che talvolta nascono da superficialità comportamentali e scarsa disponibilità al dialogo e al confronto. Il congresso di chirurgia unita ha ospitato proprio un panel sul tema della gestione e della comunicazione di crisi e nei prossimi giorni presenteremo il primo volume dedicato alla comunicazione di crisi in sanità. Anche a livello delle scuole di medicina italiane, il tema comunicazione e relazione medico-paziente è diventato uno degli insegnamenti «core». Gli studenti ne sono sensibilizzati a partire già dal primo anno, fino ad affrontare temi di crescente complessità nel corso del percorso di studi, anche attraverso l’aiuto di tutori medici specificatamente formati nelle competenze relazionali.