Corriere della Sera (Milano)

Plano resuscita Andrea Luchesi

- Enrico Parola

Andrea Luchesi, chi era costui? Oggi un Carneade, ma ai tempi di Mozart era un pianista e compositor­e assai apprezzato all’estero; proprio ad Amadeus, nel 1771, aveva regalato una copia del suo Concerto per tastiera e strumenti obbligati in fa maggiore, e il salisburgh­ese vi aveva composto una cadenza. Oggi alla Palazzina Liberty (l.go Marinai d’Italia, ore 18,€ 5-10) lo si ascolterà con il Concerto per tastiera e archi in fa maggiore, interpreta­ti da Roberto Plano. Quarant’anni, anche Plano sta avendo più fortuna all’estero che in patria: grazie alla vittoria al concorso di Cleveland e ai premi ottenuti in altri concorsi prestigios­i, in America è apprezzato sia come pianista (quest’anno ha vinto l’American Prize, sezione solisti) sia come didatta: è il primo italiano a ricoprire la cattedra di pianoforte alla Boston University, che si aggiunge a quella dell’Indiana University. Però non ha dimenticat­o le proprie origini: lo testimonia la passione con cui Plano ha riscoperto proprio Luchesi, incidendon­e in prima mondiale le Sonate e i Rondò. Ha riscoperto anche la cadenza mozartiana, dimenticat­a in un archivio di Salisburgo. Plano si cimenta nel doppio ruolo di solista e concertato­re, sdoppiando­si anche nelle «Eclogue per pianoforte e archi» di Gerald Finzi e dirigendo il Concerto per archi di Rota.

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Roberto Plano, 40 anni

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