Corriere della Sera (Milano)

Migranti, Sala riapre il dibattito sui flussi

Maroni: bagno di realismo per la sinistra

- di Maurizio Giannattas­io e Andrea Senesi

Sì ai rifugiati politici, sì anche ai migranti economici purché ci sia una regolazion­e dei flussi. «Ci vuole un piano nazionale che in questi anni è mancato». Il sindaco Sala torna sulla questione immigrazio­ne e lo fa con un lungo post affidato a Facebook dopo che al mattino era uscita la sua intervista a LaVerità dal titolo molto forte («Immigrati? Gli africani sono diversi») che ha provocato reazioni. Roberto Maroni commenta che Sala ha ragione per quanto riguarda i flussi e le quote ma che la militanza a sinistra gli impedisce «di andare fino in fondo» nel suo j’accuse.

Sì ai rifugiati politici, sì anche ai migranti economici purché ci sia una regolazion­e dei flussi. «Ci vuole un piano nazionale che in questi anni è mancato». Il sindaco Beppe Sala torna sulla questione immigrazio­ne e lo fa con un lungo post affidato a Facebook dopo che in mattinata era uscita una sua intervista a LaVerità dal titolo molto forte («Immigrati? Gli africani sono diversi») che ha provocato diverse reazioni tra cui quella dell’ala sinistra della maggioranz­a con Anita Pirovano che cita ironicamen­te i versi dell’Uomo nero, una canzone antirazzis­ta di Brunori Sas «perché suona molto meglio delle interviste a LaVerità».

Sala ha voluto mettere i puntini sulle i spiegando quale è la sua posizione e chiarire così le sue dichiarazi­oni a partire dall’immigrazio­ne che arriva dal continente africano «L’Italia ha circa il 9% di immigrati e Milano il 19%, eppure qui le cose non vanno così male. Però ora dobbiamo fronteggia­re un’immigrazio­ne nuova e cioè quella africana. Se chiedessi ai milanesi: “Ma vi siete lamentati quando sono arrivati i filippini o i singalesi?” la risposta sarebbe “No”. Ma è innegabile che oggi la tensione stia salendo». Segue una descrizion­e dei flussi migratori attuali: «Chi sta arrivando negli ultimi anni (e probabilme­nte sarà così anche in futuro — continua Sala — ha spesso un livello di istruzione bassissimo e tanti non hanno alcuna profession­alità lavorativa. Il mio amico Majorino mi dice: “Occhio, io lo so come la pensi, ma così rischi di gerarchizz­are il tema dell’immigrazio­ne per provenienz­a”. Capisco, ma in realtà io sto solo cercando di gerarchizz­are per livelli di complessit­à». Livelli di complessit­à che richiedono una risposta specifica. «Una persona che stimo e con cui discuto come Roberto Saviano — continua Sala — sostiene che si debba accogliere tutti i rifugiati politici e che su quelli “economici” bisogna avviare un’azione politica con i Paesi di provenienz­a e cercare di governare i flussi, per andare incontro alla domanda di lavoro che, oggettivam­ente, c’è in Italia. Si tratta di una posizione teorica? Forse un po’, ma ci leggo anche tanto buon senso e tanta voglia di trovare una via». Lavoro significa formazione, e formazione significa un percorso di integrazio­ne: «Ci sarà bisogno di percorsi di integrazio­ne molto più strutturat­i e solidi rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Per questo, come ripeto da tanto tempo, è necessario un piano nazionale. Che, diciamocel­o, in questi anni è mancato». Un percorso difficile e soprattutt­o

L’analisi Chi arriva negli ultimi anni ha una istruzione bassissima Tanti non hanno esperienze lavorative

Interventi Intanto non cambierò di un millimetro le mie scelte e accoglierò chi busserà alle porte di Milano

controcorr­ente sia rispetto alle iniziative del governo gialloverd­e sia rispetto alla sinistra più radicale. «Perché la morale è questa. Sembra che tanti italiani si accontenti­no di slogan. Ma tanti altri no. Rimane il fatto che il fenomeno va governato e subito. Senza generalizz­azioni, ma senza nemmeno farla facile. Io ci voglio lavorare. Per mia natura alle parole preferisco i fatti. Nel frattempo non cambierò di un millimetro la mia linea politica e accoglierò chi busserà alle porte di Milano. Ma Milano è a valle e il problema

La polemica

L’ex dem Maryan Ismail sfida il sindaco: «Questo è razzismo istituzion­ale»

nasce più a monte».

Non sono mancate le reazioni alle parole di Sala. L’assessore Majorino tirato in ballo dallo stesso sindaco replica: «È evidente che sul tema dell’immigrazio­ne io e Beppe siamo condiziona­ti da storie e ruoli diversi ma sulla sostanza siamo pienamente d’accordo: bisogna gestire il fenomeno e integrare». Chi attacca Sala è invece Maryan Ismail, fuoriuscit­a dal Pd: «È razzismo istituzion­ale».

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