Il test in sharing scatena la faida dei monopattini: «Inaccettabile»
L’app Lime: gettati via mesi di dialogo istituzionale
L’ aggressiva strategia impostata da Helbiz spiazza Palazzo Marino e i concorrenti ai blocchi di partenza dell’ultima corsa alla mobilità in sharing. Quella dei monopattini. La app americana fondata dal siciliano Salvatore Palella è partita a sorpresa, sabato, mettendo in strada i primi 20 mezzi (di 500) per un periodo di test. Una mossa inattesa, attuata nonostante mesi di dibattito sull’ambiguo inquadramento dei veicoli nel Codice stradale. La questione parte ufficialmente quando il Comune lancia un bando (poi sospeso) per affiancare i monopattini elettrici alla rete di auto e bici in condivisione. Un mezzo alla moda, il cui mercato interessa molti (Google ha appena investito 250 milioni di dollari nella società Lime), che però in Italia ha la barriera all’ingresso della normativa nazionale. Tutto si ferma fino al blitz di Helbiz, con il Comune che si dice ignaro dell’iniziativa, rispedendo ogni responsabilità all’operatore, che così facendo si assume tutti i rischi legal-assicurativi della condivisione di un veicolo «giuridicamente controverso». Tra i più coinvolti, Lime, partita 15 mesi fa a San Francisco. Ieri, per voce di Alessandro Tommasi, responsabile delle public policy per il Sud Europa, la app ha denunciato la situazione. «È inaccettabile: per 5 mesi abbiamo parlato con tutte le istituzioni competenti, dal Comune alla polizia locale, proponendo noi stessi una fase di sperimentazione cercando di muoverci all’interno delle regole come accade in altri Paesi. Ma oggi scopriamo di essere stati sorpassati da chi scavalca le istituzioni per guadagnare vantaggi competitivi. Chiediamo risposte chiare e regole definitive a Comune e governo, perché da un lato le città sono interessate a non limitare un servizio ecologico ideale per gli spostamenti a medio raggio e perché dall’altro gli stessi esponenti 5 stelle che oggi siedono al ministero dei Trasporti si sono sempre dichiarati portatori degli interessi della mobilità pulita». Granelli, che non ha gradito, l’accelerata di Helbiz, si limita a un post su Facebook: «Chiediamo alle società di seguire le indicazioni e al ministero di intervenire». Il tema dei monopattini, ieri, è arrivato anche in Consiglio, dove l’arancione Anita Pirovano (Milano progressista) ha spronato la giunta a forzare sul tema all’interno del Piano per la mobilità, e fare pressioni per «liberalizzarli». «La mobilità privata cambia di continuo — aggiunge Fabrizio De Pasquale (FI) —, bisogna tenerne conto: invece il Pums pensa al 2025 basandosi su dati del 2013...».