Corriere della Sera (Milano)

VIVA LE MOSTRE (E I MUSEI)

- Di Pierluigi Panza

Festeggiam­o l’ingresso di Palazzo Reale tra i primi cento musei (musei?) più visitati del mondo dove l’ha collocato il rapporto di Federcultu­re. Anche le Gallerie di Banca Intesa sono ormai un polo riconosciu­to nel mondo. Ma una sede espositiva non è un museo e mai come oggi l’attrazione dei fruitori verso queste due destinazio­ni d’uso è divergente. Il museo puzza di cultura... e ci si dà alla fuga. La mostra è un evento, anche glamour, dove ci si fa un selfie: se cultura dev’essere, vada per la mostra. Magari «iconica» o «immersiva», cioè senza originali. Piuttosto che niente è meglio piuttosto, si usa dire da queste parti. Ma non dimentichi­amo che quadri e statuette che osserviamo in mostra stanno di casa in un museo, in qualche teca o nei depositi perché meno interessan­ti. E questi musei vanno mantenuti e… andrebbero visitati. Anche a Palazzo Reale Milano ipotizzò si potesse realizzare un Museo della Reggia. Poi vi ha rinunciato. Ha fatto bene? Per i risultati di pubblico sì; per la trasmissio­ne della cultura non ne sono certo. Intorno al Cenacolo e alla Pietà Rondanini (ora vi sono allestite due belle mostre) si è pensato anche di realizzare un percorso museale che approfondi­sse la visione delle opere. Forse, questi son discorsi accademici: il visitatore vuole l’opera iconica e il resto annoia. Bene? Direi così così. Viva la frequenza alle mostre di Palazzo Reale (ora con Picasso e Carrà). Ma chi va alle mostre e schifa archivi e musei sappia che i suoi nipoti non avranno più le mostre-evento.

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