Corriere della Sera (Milano)

Il museo delle bambole

In Val d’Intelvi una collezione singolare Novecento pezzi da tutto il mondo tra cere, porcellane e pelli di coccodrill­o «Ognuno di loro nasconde una storia»

- Maurizio Bonassina

Anove anni giocava a calcio con i ragazzi del paese. «Mi avevano regalato una bambola ma stava lì, in un angolo. Non sapevo cosa farmene: a me piaceva il pallone. Fino a quando all’improvviso ho cominciato a prendermi cura di quella bambola. Ecco, nel giro di pochissimo tempo non mi bastava più. Ne volevo subito delle altre».

La 63enne Emma Bolla è una collezioni­sta da primato con un piccolo museo a Ponna Superiore (in Val D’Intelvi, provincia di Como) che fa invidia a mezza Europa.«Ho iniziato ad accogliere le bambole nella mia vita e a numerarle». Bambole rare, fatte a mano, ricamate in pizzo. «Un amico mi ha donato due stanze nella casa più vecchia del paese: queste travi hanno 300 anni come il camino. Le bambole, un po’ per ricerca personale e un po’ per il passaparol­a, sono diventate oltre 900». La collezione non ha confini, perché ci sono esemplari che arrivano da Cuba, Perù, Canada, Portogallo e via elencando. Non mancano pezzi ancor più inediti da Egitto, Congo, Nepal. «Gli amici in viaggio — dice Emma — sanno quale souvenir portarmi». Di bambola in bambola, sono cresciute anche le curiosità: «Ci sono le bambole da letto, chiamate così in quanto un tempo servivano a coprire le pieghe di lenzuola mal rimboccate». Oppure le «pigotte» fabbricate in Sardegna: «Sono caratteris­tiche, ci sono molto affezionat­a». Ma esiste una bambola più strana di tutte le altre? «Forse quella vestita in pelle di coccodrill­o del Madagascar. Ma già che stiamo facendo menzioni speciali, non posso tralasciar­e quella che considero la più preziosa: una Maria Bambina in cera e merletti di oltre un secolo fa. A quei tempi era un portafortu­na nell’occasione dei matrimoni». Le donazioni, come detto, sono state e sono numerose. «Un giorno in paese è arrivato un taxi, cosa poco comune in consideraz­ione del fatto che le nostre case sono sperdute fra i boschi. Quel taxi arrivava da Como e trasportav­a un’anziana signora, che cercava proprio me, e peraltro di gran fretta. Mi ha consegnato un’antichissi­ma bambola cinese. Con la stessa fretta se ne è andata promettend­omi che ci saremmo di nuovo incontrate. Non ci siamo più riviste... A me è sembrata davvero un’apparizion­e».

Si paga per entrare ? Emma sorride: «Si paga lo scatto di una telefonata. Abito qui vicino, basta chiamarmi e arrivo subito».

 ?? (foto Sergio Grandi) ?? Ingresso gratuito Emma Bolla, 63 anni, gestisce il Museo delle bambole a Ponna Superiore in Val d’Intelvi. L’ingresso è gratuito
(foto Sergio Grandi) Ingresso gratuito Emma Bolla, 63 anni, gestisce il Museo delle bambole a Ponna Superiore in Val d’Intelvi. L’ingresso è gratuito

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