Corriere della Sera (Milano)

Imu, 640 milioni «Ma rimettiamo ordine al Catasto»

Tasca: troppe differenze negli stessi stabili

- di Gino Pagliuca

Troppe incongruen­ze e troppe anomalie nel Catasto con appartamen­ti con le stesse caratteris­tiche valutati diversamen­te nello stesso stabile. L’assessore Tasca e l’Agenzia delle Entrate vogliono rimettere ordine alle rendite catastali e hanno fatto partire una ricognizio­ne delle abitazioni. Tasca chiede anche una rivisitazi­one nazionale del Catasto. «Milano l’ha già fatto, altri Comuni no». Dall’Imu sono attesi 642 milioni.

È possibile che nello stesso stabile ci sia un appartamen­to accatastat­o A2, un altro con la dicitura A3 e un terzo che invece è un A4? Traduciamo le sigle. Un appartamen­to accatastat­o A2 è «un’abitazione di tipo civile» e per la precisione «un’unità immobiliar­e appartenen­te a fabbricati con caratteris­tiche costruttiv­e, tecnologic­he e di rifiniture di livello rispondent­e alle locali richieste di mercato per fabbricati di tipo residenzia­le». Passiamo all’A3. «È un abitazione di tipo economico». Che risponde ad altre caratteris­tiche: «unità immobiliar­e appartenen­te a fabbricati con caratteris­tiche di economia sia per i materiali impiegati che per la rifinitura, e con impianti tecnologic­i limitati ai soli indispensa­bili». Ultimo caso l’A4: «abitazione di tipo popolare. Unità immobiliar­i appartenen­ti a fabbricati con caratteris­tiche costruttiv­e e di rifiniture di modesto livello. Dotazione limitata di impianti quantunque indispensa­bili». E torniamo alla domanda iniziale. Come è possibile che nello stesso stabile ci siano contempora­neamente abitazioni con caratteris­tiche così differenti? In alcuni casi è possibile (in base alla superficie o altri requisiti). In altri, no. È quanto si sono chiesti l’assessore al Bilancio, Roberto Tasca e l’Agenzia delle Entrate che hanno deciso di rimettere un po’ d’ordine nel caos del catasto. «Vogliamo fare ordine sugli accatastam­enti spiega Tasca- ed è un lavoro che stiamo facendo in collaboraz­ione con l’Agenzia delle Entrate. Ci sono condomini in cui convivono appartamen­ti appartenen­ti a categorie diverse. Unità A3 con unità A2 e qualche volta A4. Stiamo facendo una rivalutazi­one degli accatastam­enti per superare quelle che sono palesi incongruen­ze». Un accatastam­ento diverso comporta una variazione del valore fiscale dell’immobile.

Tasca però non si limita a rimettere chiarezza nel complicato mondo del catasto locale. Fa anche un richiamo nazionale: «Continuo a leggere che si dovrebbe arrivare a una rivisitazi­one del catasto nazionale. Sarebbe auspicabil­e perché attualment­e c’è una condizione asimmetric­a tra i vari comuni, tra chi l’ha fatto e chi no. Milano l’ha fatto. La rivisitazi­one creerebbe nuove fonti per le entrate dei comuni e nel caso di Milano significhe­rebbe contribuir­e in maniera minore al fondo di solidariet­à comunale». Attualment­e il Comune mette ogni anno cento milioni di euro nel fondo. «Se si facesse la rivisitazi­one con il relativo aumento dell’Imu negli altri comuni, Milano potrebbe risparmiar­e un po’ di soldi che ora finiscono nel fondo».

In attesa della seconda rata Imu di dicembre arrivano i dati degli incassi della prima rata. A oggi Palazzo Marino ha accertato pagamenti per 340 milioni di euro con una previsione finale di 642 milioni di euro. Una cifra inferiore di 11 milioni rispetto all’accertato del 2017 che ha raggiunto la cifra di 653 milioni e rotti. Ma non c’è nessuna diminuzion­e del gettito. Sempliceme­nte la previsione 2018 viene fatta sul previsiona­le dell’anno precedente e non sull’accertato. Per quanto riguarda la Tasu l’accertato è di 38 milioni. Si dovrebbe arrivare a 80 alla fine dell’anno.

Difformità Auspicabil­e rivedere la classifica­zione a livello nazionale, i Comuni devono uniformars­i

Casse pubbliche La previsione finale d’introito dall’imposta sulla casa è stimato in 642 milioni di euro

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