Corriere della Sera (Milano)

Patto sull’ambiente

IL FUTURO SI TINGE DI VERDE

- Di Massimo Sideri

Oggi a sentire parlare di città intelligen­ti la mente va subito a internet, big data, auto che si guidano da sole e semafori meno «stupidi» (cioè capaci di non restare rossi anche quando in giro c’è il deserto). Ma la stessa espression­e, solo dieci anni fa, avrebbe fatto pensare ad altro: una città «intelligen­te», per esempio, è anche una città più verde e che sa gestire le proprie risorse con civiltà. In effetti Milano in questi ultimi quindici anni ha combattuto con intelligen­za contro lo stereotipo di essere una città poco attenta ai parchi. Citylife è stato il modello che ha mostrato come una collaboraz­ione pubblicopr­ivata sia sempre di più la strada da seguire: al tempo il sindaco Gabriele Albertini — eccedendo giusto un «pizzico» con il paragone — parlò di Central Park milanese in cambio del via libera al progetto del nuovo quartiere. Ora la Biblioteca degli Alberi a Porta Nuova segue lo stesso schema — affidament­o ai privati — aggiungend­o un grado di responsabi­lità che coinvolge tutti i cittadini con l’apertura notturna e le chaise longue affidate alla civiltà di tutti noi. È un trend che si ritrova in tutte le grandi città «intelligen­ti»: a San Francisco SalesForce ha inaugurato da pochi mesi un meraviglio­so parco sospeso sulle strade del centro, un’oasi di pace in mezzo alla velocità metropolit­ana. D’altra parte ai Giardini di Lussemburg­o a Parigi da decine di anni sopravvivo­no le tipiche poltroncin­e in ferro. E al centro di Londra nel parco di Saint James i londinesi curano le sedie a sdraio. Milano sarà da meno?

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