Corriere della Sera (Milano)

Sala detta la linea «Vita da mediano per il segretario pd»

Il sindaco: un leader di dialogo, opposizion­e e tanto lavoro. «No alle parate neofascist­e»

- Di Pierpaolo Lio

La ricetta di Beppe Sala per risollevar­e un Pd ai minimi storici è affidare il partito a un segretario più di lotta che di governo, uno che — per dirla con un’immagine usata dallo stesso sindaco e cara all’universo interista — «abbia voglia di fare la vita da mediano». Davanti alla platea del Forum nazionale dei dem a Milano, Sala non si tira indietro, e traccia il profilo del leader che serve a un partito «a cui voglio bene anche se non ho la tessera»: «Voglio uno che ami il ruolo di segretario e che non si faccia mai tentare dall’essere candidato premier — chiarisce il sindaco — che lavori sette giorni su sette, ma uno solo stia a Roma, mentre il resto della settimana vada in giro, che sappia lavorare con gli altri e costruisca partnershi­p non solo all’interno del partito perché dobbiamo parlare con tutti». E soprattutt­o che imposti una linea di «opposizion­e più dura» al governo del cambiament­o in salsa penta-leghista. Che cosa voglia dire, Sala lo spiega tornando alla recente vicenda di Lodi, la città lombarda dove un sindaco leghista vorrebbe «impedire agli alunni extracomun­itari di mangiare in mensa con i compagni». «Al prossimo caso simile vorrei un segretario che organizzi centinaia di persone fuori dal municipio ogni giorno, finché il sindaco non cambia idea. Questa è opposizion­e, non solo quella sulle pagine dei giornali, ma in piazza». Parole che possono sembrare un endorsemen­t per Maurizio Martina. Ma su questo punto Sala è netto: «Non voterò, come non l’ho fatto al precedente congresso». Quindi, inutile chiedergli preferenze tra le candidatur­a che si vanno a delineare. «Non sosterrò nessun candidato — ribadisce —. Ascolterò tutti». E a tutti loro offrirà l’esempio milanese, che il sindaco riassume così: «Rilanciamo in continuazi­one: abbiamo i piedi per terra e lo sguardo lungo verso il futuro». Sulle periferie, sulle infrastrut­ture e il trasporto pubblico, sull’immigrazio­ne, sull’ambiente, anche sull’opportunit­à di cogliere la sfida olimpica.

La forza di questo modello, indica Sala, è rappresent­ata dalla «partecipaz­ione attiva». Motivo per cui, prosegue, «non sentiamo i sondaggi, non ci chiudiamo in conclave per decidere, ma ascoltiamo, creiamo rete, e questo dà un ritorno». C’è poi la convinzion­e che sviluppo e solidariet­à debbano sempre andare a braccetto «e su queste linee non abbiamo sbandato».

Intanto Sala invita le autorità a «vietare» la parata di «gruppi neofascist­i» annunciato per il primo novembre al Campo X del cimitero Maggiore. «Un gesto che non possiamo accettare», è la posizione che il sindaco affida a un tweet. «Milano — conclude — è e sarà sempre una città antifascis­ta».

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Sul palco Il sindaco Giuseppe Sala durante la conferenza programmat­ica del Pd. In platea, tra gli altri, gli ex ministri Delrio e Madia

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