Corriere della Sera (Milano)

Il pugnale che discrimina gli indiani «Puniti per il nostro simbolo sacro»

Cremona, condannati due sikh: non è un’arma, è come il crocifisso per i cristiani

- Francesca Morandi

CREMONA Lo hanno sempre portato infilato alla cintura dei pantaloni, perché, per loro, il kirpan è uno dei cinque simboli della religione sikh. Ma la regola religiosa si scontra con la legge italiana. Il 15 maggio del 2017, la Cassazione ha messo all’indice il coltello sacro simbolo dell’armata di Dio, ritenendol­o un’arma e pronuncian­do una sentenza in grado di orientare quelle future. Cremona l’ha recepita. Al verdetto di Roma si rifà ora il tribunale: su richiesta della procura, il gip ha emesso il decreto penale di condanna a 400 euro di ammenda ciascuno, per Nisan Singh e Balbir Singh, 45 e 43 anni, indiani sikh residenti nel Cremonese, da tempo la seconda patria degli immigrati partiti dal Punjab. I due vanno condannati, «considerat­o che nessun credo religioso può legittimar­e il porto in luogo pubblico di armi», è scritto nel capo di imputazion­e, in cui si richiama, tra parentesi, la sentenza della Cassazione (24084/2017). Per «corpo del reato», un coltellino di cinque centimetri e uno di sei centimetri e mezzo, sequestrat­i ai sikh dai carabinier­i, durante l’ispezione nell’azienda in cui lavoravano, il 20 giugno di un anno fa.

Nella casa di Balbir Singh a Corte de’ Cortesi il decreto è stato notificato tre giorni fa. In Italia da otto anni, operaio metalmecca­nico in un’azienda di Cignone, Singh ( difeso dall’avvocato Raffaella Parisi) è intenziona­to a pagare la multa, anche se sa che potrebbe poi avere conseguenz­e per il passaporto.«Siamo in Italia, il Paese che ci ospita, e le regole vanno rispettate. Però in Italia tutte le religioni hanno uguaglianz­a e allora, se una religione ha un simbolo sacro, la persona deve essere legittimat­a a tenerlo, come la croce per un cristiano». A Roma il popolo sikh sta conducendo una battaglia per convincere i politici a riconoscer­e la sacralità del pugnale che tutti gli indiani di quella religione, maschi e femmine, cominciano a portare dal giorno del battesimo. Accanto a Balbir c’è il fratello Pargat, 47 anni, saldatore, rappresent­ante, in Italia, della Internatio­nal Panthic Dal. Racconta che «da quindici anni andiamo a Roma per tentare di far registrare la nostra religione ed ogni volta che la registriam­o, mettiamo il pugnale come simbolo sacro». Ma Roma storce il naso, finché c’è il pugnale. «Per loro è un’arma, per noi è un’arma bianca, un simbolo sacro».

Per il popolo del turbante c’è chi aveva trovato la soluzione per poter continuare a portare il coltello sacro «legale»: Roberto Rossi, ex poliziotto della questura di Cremona. Di lui il Corriere aveva scritto un anno fa. Rossi ha messo a punto un nuovo pugnale che nel disegno è uguale a quello fuori legge. ma di diverso materiale. Una lega in stagno che lo rende pieghevole ed inoffensiv­o. Ma dall’India non è arrivato il benestare. «Noi vogliamo poter portare il kirpan originale, che è in ferro e zincato fuori». I sikh non si danno per vinti. La battaglia continua.

 ?? (foto Rastelli) ?? OperaioBal­bir Singh, uno dei due indiani condannati per il coltello sacro. Singh è in Italia da 8 anniTribun­ale● Per la religione sikh il kirpan, un coltello con la lama lunga tra i 5 e i 6,5 centimetri, è uno dei simboli sacri● Il 15 maggio 2017 la Cassazione ha messo fuori legge il coltello sacro dei sikh● Nei giorni scorsi il Tribunale di Cremona ha condannato due indiani sikh per il possesso del kirpan● La motivazion­e dei giudici: «Nessun credo religioso può legittimar­e il porto di armi in luoghi pubblici»
(foto Rastelli) OperaioBal­bir Singh, uno dei due indiani condannati per il coltello sacro. Singh è in Italia da 8 anniTribun­ale● Per la religione sikh il kirpan, un coltello con la lama lunga tra i 5 e i 6,5 centimetri, è uno dei simboli sacri● Il 15 maggio 2017 la Cassazione ha messo fuori legge il coltello sacro dei sikh● Nei giorni scorsi il Tribunale di Cremona ha condannato due indiani sikh per il possesso del kirpan● La motivazion­e dei giudici: «Nessun credo religioso può legittimar­e il porto di armi in luoghi pubblici»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy