Corriere della Sera (Milano)

UNA CORSA CONTRO IL TEMPO

- Di Massimo Rebotti

Domenica scorsa, dal palco del Pd riunito a Milano, il sindaco Beppe Sala ha iniziato una sorta di corsa contro il tempo. Se l’antidoto al populismo, come vanno ripetendo da tempo i leader del centrosini­stra, è «fare le cose», l’esempio milanese nei prossimi tempi sarà guardato con interesse. Sala lo sa e di fronte alla platea, ammaccata, del Pd nazionale ha giocato il suo ruolo. Un ruolo insolito — di uno che non ha la tessera, che non voterà alle primarie, ma che «vuole bene a questo partito» — ma non per questo poco rilevante. Anzi, le «mani libere» del sindaco — non dirà nemmeno chi preferisce tra i candidati alle primarie — rendono ancora più politica la sua funzione. E infatti, ai dirigenti dei democratic­i che lo ascoltavan­o in platea, ha impartito, con garbo ma chiarament­e, una «lezione» su cosa si dovrebbe fare secondo lui per rilanciare la sua parte politica. Un segretario che faccia il «mediano», stia a Roma «un solo giorno alla settimana», e, in caso di nuovi episodi simili a quello di Lodi, organizzi «centinaia di persone per manifestar­e ogni giorno fuori dal municipio», si presume leghista. Ma, oltre che per il Pd, anche per Sala è iniziata una corsa contro il tempo. L’ex manager, che con la politica ci ha preso gusto, ritiene di aver individuat­o la chiave per arginare l’avanzata leghista in città. Nel caso specifico, un vasto piano di interventi nelle periferie con tempi «certi» di realizzazi­one. Il suo tentativo non sarà solo una questione milanese: la strada di una (complicata) rinascita del Pd passa anche da qui.

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