Corriere della Sera (Milano)

Rapporti Lega-M5S

IL PREZZO DEL DUELLO SULLE OPERE

- Di Giampiero Rossi

Il presidente della Regione Attilio Fontana — che riesce spesso a farsi capire tenendosi alla larga dai toni forti — parla di «visioni politiche diverse». Ma ora che il caso Tav sta divampando anche in Lombardia è evidente che Movimento Cinque Stelle e Lega, nonostante la partnershi­p di governo nazionale, non sono separate da semplici differenze ma sono piuttosto in rotta di collisione. Al Pirellone, in effetti, governa un «tradiziona­le» centrodest­ra, con trazione leghista sempre più solida rispetto ai tempi in cui erano i berlusconi­ani di Forza Italia a dettare la linea. L’appoggio grillino al referendum sull’autonomia voluto da Roberto Maroni e l’esito del voto del 4 marzo avevano autorizzat­o a ipotizzare scenari nuovi. Anche perché, rispetto alla passata legislatur­a, il gruppo consiliare pentastell­ato ha ridotto la guerriglia d’aula e concesso qualche astensione tutt’altro che sgradita alla maggioranz­a. Però, oltre alla raffica di mozioni, ordini del giorno e dichiarazi­oni contro la giunta, i Cinque Stelle hanno continuato a cannoneggi­are senza esitazioni il progetto della Pedemontan­a — al quale i leghisti tengono molto — e poi (almeno ufficialme­nte) anche l’operazione Olimpiadi. È vero che tra gli attuali e gli ex consiglier­i grillini c’è più di un pontiere che nei corridoi cerca di costruire un’osmosi politica su qualche partita, ma colpire i leghisti sulle grandi opere, più che «visioni politiche diverse» significa scontro frontale. Un duello che rischia di riprodursi nel nuovo cda di Trenord: M5S in quota Fs e Lega sul versante regionale. E non è una buona prospettiv­a.

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