Dal Comune alle imprese: cresce l’alleanza pro Tav
Lavoro Congresso Cgil: subito un piano regolatore digitale
Èun asse che mette insieme un presidente di Regione leghista (Fontana) e un sindaco di centrosinistra (Sala), gli industriali del vecchio «triangolo industriale» e le diverse sigle sindacali del mondo del lavoro. È il fronte del Nord schierato a favore della Tav. E intanto dal congresso della Cgil arriva la proposta di un «Piano regolatore digitale», per una guida pubblica degli algoritmi che gestiscono lavoratori e dati sensibili.
È un asse che mette insieme un presidente di Regione leghista e un sindaco di centrosinistra, gli industriali del vecchio triangolo industriale e diverse sigle sindacali del mondo del lavoro. È il fronte del Nord schierato a favore della Tav. Dopo l’intervista al Corriere di Attilio Fontana, nella quale il governatore del Carroccio sottolineava la distanza su questi temi tra Lega e Movimento Cinque Stelle, ecco l’eco del sindaco. «Tutto è connesso al giorno d’oggi e la scelta di Torino di fermare la Tav colpisce anche Milano. Lo sviluppo del Paese è fondamentale per continuare a crescere e avere risorse da investire nella solidarietà»,ha detto ieri Beppe Sala ai microfoni di Radio Capital.
Sala e Fontana che superano le divisioni politiche e gli industriali che ignorano quelle di campanile. Ieri Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, Dario Gallina, numero uno dell’Unione Industriale di Torino, e Giovanni Mondini, leader di Confindustria Genova, hanno sottoscritto un appello comune. «Se da una parte comprendiamo le esigenze di rispettare le promesse elettorali, d’altra parte c’è il diritto di tutti i cittadini italiani di vivere in un Paese che non venga penalizzato dal punto di vista sociale ed economico. Rimettere in discussione Tav e Terzo Valico è un colpo mortale alle possibilità di sviluppo del Nordovest, delle sue imprese, dei suoi occupati, della possibilità di realizzare una migliore coesione sociale. In queste ore decisive per le scelte del nuovo governo e dei territori, lanciamo insieme a nome di oltre 545 mila imprese un grande appello alla responsabilità sul futuro del nostro Paese».
Al partito delle grandi opere è iscritta da sempre anche Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia: «Su questo terreno siamo con la Lega, a patto che vada fino in fondo. Perché l’economia del Paese è un bene di tutti e, se Di Maio e soci non lo capiscono, vorrà dire che è arrivato il momento di chiudere una infelice esperienza di governo».
Tutti contro i Cinque Stelle, gli unici che difendono il no all’alta velocita. «Sala e Fontana hanno abbandonato la Lombardia senza investire in opere che servono davvero al cittadino e alle imprese e oggi stanno a pensare alle grandi opere di altri territori», contrattacca però il capogruppo al Pirellone Dario Violi. «Un buon amministratore — dice —, come un buon padre di famiglia, non si preoccupa di costruire la piscina in giardino quando gli sta crollando la casa. Dal Ponte di Casalmaggiore, a quello della Becca o di Annone, in Lombardia sono decine le opere che hanno bisogno urgente di investimenti e manutenzione».
Sala Spero che ci sia una mobilitazione in tutti i settori del mondo del lavoro per far capire che sul futuro industriale del nostro Paese non si scherza