Corriere della Sera (Milano)

Via Corelli aspetta il Cpr Ma c’è il nodo «invisibili»

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Con gli arrivi ridotti al minimo, la prima sfida sul fronte immigrazio­ne è in realtà un ritorno al passato: la riapertura dell’ex Cie di via Corelli. La scelta è già stata definita dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ci sarà allora da gestire lo smistament­o tra l’hinterland e il resto della regione dei 400 richiedent­i asilo che vivono nella struttura all’estrema periferia Est. Il nuovo centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sarà infatti ospitato in quello che la sinistra considerav­a un «lager» di Stato, chiuso dopo una serie di rivolte e riconverti­to in centro d’accoglienz­a straordina­ria sotto il mandato di Giuliano Pisapia. «È la prima questione aperta», conferma l’assessore al Welfare, Pierfrance­sco Majorino. «Un altro tema, che per noi rappresent­a una grande preoccupaz­ione — prosegue l’assessore — sono i possibili effetti micidiali del Dl Salvini, che butterà in strada almeno 800 persone al termine dei loro percorsi d’accoglienz­a». Un esercito di «fantasmi» che rischia di ingrossare le fila dei senzatetto e che, secondo Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca, «rappresent­eranno il vero problema fin da quest’inverno». Per affrontare questo e altri dossier, la speranza di tutti è che venga confermata «la tradizione di collaboraz­ione che ha da sempre contraddis­tinto il sistema Milano». (p. lio)

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Bivacchi La Mela di Pistoletto in Centrale

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