«Campo X» Raduno vietato
Dopo l’appello dell’Anpi il prefetto Saccone ha negato i permessi. Oggi la sfida di Lealtà e azione
L’Anpi aveva lanciato l’allarme. Il sindaco Beppe Sala s’era schierato al suo fianco. E ieri il nuovo prefetto di Milano, Renato Saccone ha deciso: bisogna evitare di «politicizzare» la ricorrenza di Ognissanti. Niente parata per commemorare i caduti della Repubblica sociale italiana al Campo X del cimitero Maggiore, manifestazione che si svolge ogni anno (nonostante i divieti) e che puntualmente registra i saluti romani e lo sfoggio di stemmi e bandiere legate al Ventennio di alcuni gruppi di irriducibili.
Anche questa volta, la presa di posizione del prefetto non sembra aver fatto cambiare idea agli organizzatori: «Ci saremo», è la sfida lanciata dall’associazione Memento, legata al gruppo di estrema destra Lealtà e azione.
«È un gesto che non possiamo accettare», aveva intimato solo pochi giorni fa il sindaco, raccogliendo le proteste dell’associazione partigiana e dei partiti del centrosinistra. «Invito le autorità di competenza — aveva aggiunto Sala — a vietare questo raduno. Milano è e sarà sempre una città antifascista». E l’altolà ieri è arrivato, al termine della riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. «Nessuna manifestazione di carattere politico può svolgersi nei cimiteri cittadini», ha chiarito in mattinata il prefetto: «Il questore prenderà i provvedimenti conseguenti e qualsiasi comportamento non rientri in queste regole sarà denunciato all’autorità giudiziaria».
Il divieto delle autorità però non sembra fermare le sigle dell’ultradestra che ogni anno si ritrovano il primo novembre al cimitero Maggiore. «Mai le nostre commorazioni hanno generato problemi di ordine pubblico», controbattono in serata. «Al Campo X non sfilano autorità, non ci sono emblemi di partito, né rappresentanze politiche».
Anche un anno fa era scattato il no alla parata. Eppure un centinaio di persone s’erano ritrovate lo stesso davanti alle lapidi dei caduti repubblichini, con tanto di saluto romano al termine della commemorazione da parte di una trentina di reduci.