Artigiani del clic Chiude anche Photo Discount
De Angeli, addio alla bottega. Resistono quattro insegne
«Mi spiace per la targa di bottega storica. La cerimonia sarebbe stata quest’anno, ma non ci arriverò». Dario Bossi ieri ha chiuso per l’ultima volta la porta di Photo Discount, in piazza De Angeli. Oggi, dopo 51 anni di lavoro, la serranda non si rialzerà più. «Ho tentato di resistere — spiega il titolare dello storico negozio di articoli per la fotografia —, forse ho fatto errori, ma non ho mai lasciato a casa nessuno dei dipendenti». Il commercio online, Amazon, le foto scattate coi cellulari e non più su pellicola. Tutte difficoltà che hanno portato Bosattrezzature si alla sofferta decisione. «Non avevo più margine, impossibile sostenere le spese. Ma i corsi che ho fatto, 39 in cinque anni, sono andati bene». Il legame con il pubblico rimane forte. «Ho voluto comunicare la chiusura con un po’ di anticipo, non mi piaceva l’idea di appendere un cartello e stop». Così la notizia si è sparsa e tanti in questi giorni sono passati da piazza De Angeli per un saluto. «In mezzo secolo abbiamo avuto 220 dipendenti. Chi ha potuto è venuto ad abbracciarmi, come Adriano che ha 81 anni».
La festa vera e propria sarà tra qualche settimana, «il tempo di trovare una sala abbastanza grande per farci stare tutti». Mentre ancora non si sa cosa il proprietario vorrà fare dei locali in cui Bossi era in affitto con obiettivi, macchine fotografiche, rullini e varie. «Speravo di lasciare l’attività a mia figlia Ilaria, sarebbe stata la terza generazione, e invece... — continua il 70enne —. Io? Mi dedicherò a fare il nonno».
I pochi colleghi rimasti a Milano non esultano certo per la chiusura. «Segno di un mercato malato» dice Gianni Di Benedetto di Foto Cavour, in via Fatebenefratelli. «Colpa degli importatori. I grandi marchi non hanno saputo tutelare i negozi. Con il dieci per cento di ricarico sulla merce venduta, difficile sopravvivere. Ringrazio che siamo proprietari delle mura». Foto Cavour, aperto dal 1983, oggi dà lavoro a sei persone. «Abbiamo sempre trattato un brand importante, Leica, che produce macchine costose e di nicchia. E poi abbiamo apparecchiature usate, una gamma infinita di pellicole, foto vintage e siamo legati a un laboratorio che sviluppa in bianco e nero». Così si resiste all’evoluzione digitale. «Lo faccio per passione. Ho iniziato a 16 anni e nel 1972 ho venduto anche una macchina a Lucio Battisti». Di nuovo, la prospettiva di affidare il negozio ai figli Federico e Nicolò: «Forse saremo gli ultimi».
Altri punti di riferimento per dilettanti e professionisti sono Il Fotoamatore in piazza della Repubblica, F.o.d. in via Padova, F.c.f in via Maestri Campionesi. Fabio Prina, tra i soci che hanno rilevato quest’ultima attività, spiega: «Ci siamo specializzati su un pubblico di professionisti, proponendo servizi anche per le aziende». Si va dall’affitto delle attrezzature (compresi i software e le luci) al ritiro e consegna della merce che ha bisogno di essere riparata.
«In passato abbiamo avuto problemi, accusato il contraccolpo del commercio online, ma siamo riusciti a ripensare l’offerta». Oggi sono 18 le persone impiegate. F.c.f punta a «conquistare gli amatori: organizziamo workshop ed eventi due o tre volte al mese». La ricetta per sopravvivere alla concorrenza del web? «Puntare sui servizi. L’assistenza al cliente è il valore aggiunto».