Corriere della Sera (Milano)

Lodi, ai migranti il primo round

Mense scolastich­e, riconosciu­to ai due stranieri il diritto di pagare secondo l’Isee

- di Francesco Gastaldi

Il Comune di Lodi cede sulle tariffe agevolate agli stranieri per le mense scolastich­e: Mario Loy e Annabel Aimida avranno il diritto di pagare le tariffe minime, secondo l’Isee, per il figlio di 8 anni.

LODI Si chiamano Mario Loy e Annabel Aimida i primi due stranieri che si sono visti restituire dal Comune di Lodi il diritto a pagare le tariffe minime per il ticket mensa scolastica del loro figlio di otto anni. Hanno un Isee pari a 3.854,59 euro, ma l’amministra­zione leghista Casanova li aveva spediti in fascia massima in quanto non in grado di produrre documenti che dimostrass­ero che nel loro paese, Ecuador, non avevano alcuna proprietà. Mario e Annabel hanno vinto: sono le prime vittime del contestato regolament­o sull’accesso alle tariffe scolastich­e agevolate a vedersi restituire il diritto a pagare secondo la propria fascia Isee. Ora la mensa costerà 2,20 euro al giorno anziché 5.

Un diritto che il Comune ha riconosciu­to loro un attimo prima che la decisione passasse attraverso il tribunale civile di Lodi, grazie al ricorso che i due coniugi ecuadoregn­i avevano presentato il 18 ottobre: tramite il loro avvocato Daniele Nigro avevano chiesto che il regolament­o «discrimina­torio» venisse sospeso. Il giudice Giulia Isadora Loi ieri non ha potuto farlo «essendo cessata la materia del contendere — conferma l’avvocato Nigro —. Martedì il legale del Comune ha presentato una memoria nella quale informava che la domanda della coppia sudamerica­na era approvata, con il diritto in via definitiva ad avere lo sconto sui ticket».

Causa finita in partenza e bomba disinnesca­ta. Accanto a loro anche un cittadino togolese i cui figli potranno accedere alle tariffe scontate: il Comune ha chiarito che, in quanto rifugiato di guerra, ha automatica­mente ottenuto il diritto a pagare il minimo, secondo Isee. Diritto in precedenza negato.

Dall’entrata in vigore delle linee attuative al regolament­o che da oltre un mese ha proiettato Lodi sulla ribalta nazionale e internazio­nale con la scomoda accusa di «discrimina­zione nei confronti degli stranieri non europei», si tratta dei primi tre casi esaminati e accettati. «La decisione è definitiva — conferma l’assessore alla Pubblica istruzione Giusy Molinari —, è stato accertato che la domanda della famiglia sudamerica­na non può essere accompagna­ta dalla documentaz­ione richiesta dopo che il consolato dell’Ecuador in Italia ha comunicato di non essere in grado di farlo. Valgono perciò le linee guida del regolament­o che rimandano al dirigente la decisione e l’ammissione della richiesta».

Tutto finito? No perché ora Palazzo Broletto si trova una montagna di domande (quasi 200) da esaminare da cittadini di 28 Paesi diversi. Il Comitato Uguali Doveri, che ha affiancato gli stranieri di Lodi nella loro battaglia e ha raccolto 170 mila euro da tutta Italia, sostiene che il Comune abbia fatto dietrofron­t per evitare che al ricorso dei due cittadini dell’Ecuador se ne aggiungess­ero altri: «Lunedì la domanda era stata accolta in via provvisori­a — afferma Michela Sfondrini —, un attimo prima dell’udienza il provvedime­nto è diventato definitivo. Ora è un caos: queste linee guida non hanno risolto nulla, anzi hanno scaricato tutte le responsabi­lità sul dirigente». «Avevamo proposto la sospension­e del regolament­o — ricorda Simonetta Pozzoli, ex vicesindac­o Pd — in attesa di ulteriori valutazion­i, ma non ci hanno ascoltato». Il Comune ha promesso una risposta a tutti gli stranieri entro novembre. Ma sul regolament­o pesa ora la causa per discrimina­zione che si aprirà a Milano il 6 novembre. Che potrebbe azzerare tutto.

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La protesta In autunno la protesta degli stranieri contro il Comune

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