IN DIFESA DELLE NOSTRE RAGAZZE CHE CAMBIERANNO IL MONDO
Caro Schiavi, non c’è giorno che Dio manda in terra, nel quale non esca una ricerca o sulle donne maltrattate dagli extracomunitari, sui ragazzi drogati, sull’azzardo dei giovanissimi o sulle barche stracariche di disperati nel Mediterraneo, sperando di arrivare a rubarci il posto di lavoro e i soldi. Questo meccanismo pare che l’abbia inventato chi vuole far perdere sempre più voti alla politica vera, alla solidarietà vera e alla giustizia… L’altro giorno, poi, mi sono rotto perché, passando dal mondo delle barche perdute al mondo dei banchi perduti, è uscita una ricerca fatta tra 800 studenti nella quale risulta che i maschi, con le solite smargiassate, stravincano sulle ragazze, che risulterebbero deboli, attaccabili, oggetto di violenza e di prepotenza. Vengo alla rabbia: e se, una volta tanto, facessimo parlare e intervenire le migliaia di ragazze, quelle che vedi nelle prime file delle marce, sempre presenti nei centri di solidarietà? Quelle che a me, con due occhi grandi quanto il mondo, davanti alle domandine prefabbricate dei ricercatori, alzando le spalle, dicono esattamente il contrario in modo più elegante, ma molto più pesante... Voglio andare controcorrente. Ragazze, non permettete che vi trattino da vittime. Sto da una decina di anni preparando giovani che in estate vogliono andare a loro spese in Africa ad aiutare tanta gente davvero povera. Anche quest’estate ne sono partiti una sessantina, forse più, in sette nazioni per sei settimane. I maschi erano quattro. Spero quanto prima di pubblicare non le statistiche, ma le storie di queste ventenni. E vorrei invitare i tuoi lettori qui da me, in Cascina a Milano. Venite, sentitele queste ragazze e rovescerete le percentuali. Mentre scrivo, sono in partenza 4 ragazze e un ragazzo per il servizio civile in Angola. Dodici mesi, 800 euro e menu spedito quotidianamente da Cracco. Ripeto: 4 a 1 a favore delle ragazze! Hanno ragione anche coloro che sfilano contro la violenza femminile e maschile… ma è ora che diciamo che saranno le donne a cambiare il mondo, anzi, lo stanno già cambiando. In Etiopia ha vinto una donna e due donne sono al vertice del «Mario Negri»!
Caro don Antonio, non so se devo preoccuparmi: sono d’accordo con te su ogni punto... Le donne oggi hanno una marcia in più e una sensibilità che le rende migliori di come appaiono nei sondaggi. Ma cambiare il mondo è difficile: si può cominciare a migliorare casa nostra. Per l’invito ad ascoltare le tue ragazze, attendiamo convocazione.