Corriere della Sera (Milano)

I segreti dell’Isola Bella

Dai giardini fiabeschi allo scrigno barocco di Palazzo Borromeo passando per gli sgarbi di Napoleone e la tentata fuga di Wallis Simpson

- Francesca Bonazzoli

I libri sono come i vini: per esaltarne il bouquet vanno abbinati alle giuste situazioni di lettura. Questo lungo ponte metereolog­icamente grigio di Ognissanti, per esempio, è perfetto godersi con calma, seduti in una comoda poltrona con accanto una tazza di tè fumante, un volume appena uscito per i tipi di Electa intitolato «Palazzo Borromeo. Uno scrigno barocco sull’isola Bella». Le 176 pagine sono illustrate da quasi altrettant­e immagini da sogno scattate da Massimo Listri, tra i più apprezzati fotografi di architettu­ra e d’interni, e si sfogliano come una visita guidata su e giù per rigogliosi giardini, sfarzosi saloni da ballo, alcove, grotte, opere d’arte, condotti per mano da due dotti storici dell’arte, Marco Carminati e Stefano Zuffi, che raccontano vicende e aneddoti col tono affabulato­rio del «c’era una volta». Tanto per averne un’idea, così suona l’incipit della storia: «A dar retta a certi ampollosi scrittori di primo Seicento, il paradiso in terra si troverebbe non lontano da Milano, a circa novanta chilometri a nord-ovest della città. Non in un posto qualunque, ma in mezzo al lago Maggiore». La voce narrante dipana il racconto di uno scoglio abitato da pescatori finché, nel 1630, la famiglia Borromeo, proprietar­ia anche della prospicent­e isola Madre, decise di farne uno scenario barocco costruendo un palazzo e un giardino da fiaba.

Le prime pagine raccontano innanzi tutto chi fosse questa famiglia la cui origine «sfuma nella leggenda» e da cui vennero due eminenti arcivescov­i di Milano: Carlo e Federico, il primo proclamato santo, il secondo immortalat­o da Alessandro Manzoni nei «Promessi sposi». Si approda poi nell’isola e si entra nel palazzo i cui lavori furono avviati

Paradiso da Carlo III e i suoi due figli, il conte Vitaliano VI e il cardinale Giberto III. Ma si deve soprattutt­o a Vitaliano l’aver concepito l’intero complesso come un luogo di delizie, immaginato per suscitare stupore, il cui apice viene raggiunto nell’appartamen­to delle Grotte, trasformat­o in una scenografi­a teatrale per la bizzarria delle decorazion­i, il capriccio dell’invenzione, i giochi d’acqua. Una «maraviglia» che finì per attrarre molti ospiti illustri dei quali il libro ci informa con dettagli gustosi. Per esempio quelli sulla visita di Napoleone, arrivato con la moglie Giuseppina di Beauharnai­s e un seguito di 60 persone che lasciò il personale del palazzo sbigottito per la maleducazi­one. Gli ospiti, si lamentò l’amministra­tore con il conte Giberto V, abbandonar­ono le «stanze sporche e puzzolenti». L’anno dopo, nel 1807, quando ci passò Eugenio di Beauharnai­s, viceré d’Italia, sparirono persino un candeliere d’argento e varie pezze di prezioso tessuto di Fiandra. Visitarono l’isola anche Stendhal, Dumas, Hemingway, la regina Vittoria, reali del Belgio e d’Italia, Wagner, Carlo e Diana e il principe di Galles con Wallis Simpson, seccati perché, sperando di mimetizzar­si fra un gruppo di turisti, furono invece riconosciu­ti e invitati dal principe Borromeo per un tè.

 ??  ?? L’Isola Bella e il salone di Palazzo Borromeo fotografat­i da Massimo Listri per il volume di Marco Carminati e Stefano Zuffi (Electa)Il volume● Il libro «Palazzo Borromeo. Uno scrigno barocco sull’isola Bella» (Electa, pagg. 176, 39 euro) è scritto da Marco Carminati e Stefano Zuffi e illustrato con 170 fotografie di Massimo Listri● Racconta la storia del Palazzo Borromeo costruito dalla nobile famiglia su un isolotto di pescatori a partire dal 1630 assieme a spettacola­ri giardini terrazzati all’italiana
L’Isola Bella e il salone di Palazzo Borromeo fotografat­i da Massimo Listri per il volume di Marco Carminati e Stefano Zuffi (Electa)Il volume● Il libro «Palazzo Borromeo. Uno scrigno barocco sull’isola Bella» (Electa, pagg. 176, 39 euro) è scritto da Marco Carminati e Stefano Zuffi e illustrato con 170 fotografie di Massimo Listri● Racconta la storia del Palazzo Borromeo costruito dalla nobile famiglia su un isolotto di pescatori a partire dal 1630 assieme a spettacola­ri giardini terrazzati all’italiana
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