Corriere della Sera (Milano)

I debiti, la casa all’asta e ora lo sfratto esecutivo «Così finirò in strada»

Ex vigile, poi tassista ed edicolante. «Ho perso tutto» Ma nel suo reddito Isee figura l’alloggio di proprietà

- Di Elisabetta Andreis

«Sono un uomo in caduta libera, da un piano alto, qui in via degli Umiliati al civico 27. Lunedì alle 11 arriva l’ufficiale giudiziari­o. E io precipito al suolo». Pierluigi Carminati, 64 anni, barba grigia, sguardo profondo, cerca di mantenere l’autoironia nel descrivere la sua situazione, tanto drammatica quanto surreale.

Non ha alcun reddito, non ha un lavoro. Ha accumulato debiti per 68 mila euro e tra meno di una settimana deve lasciare l’alloggio. Finirà a dormire in strada. Eppure per l’Isee possiede un «tesoretto» di 70 mila euro. Una ricchezza fantasma. La cifra è stata ottenuta con la vendita all’asta giudiziari­a della sua casa: gli servirà appena per ripianare i debiti. Ma gli impedisce di chiedere il sussidio o una casa alternativ­a dove vivere.

Mentre prepara gli scatoloni, Pierluigi racconta: «Ho fatto il vigile urbano, poi il tassista. Infine, tanti anni fa, ho rilevato l’edicola di piazza Guardi, vicino a viale Romagna. Era un sogno che si coronava: la mia passione era sempre stata leggere. Divoravo i giornali dall’alba al tramonto. Nel quartiere avevo un ruolo. Pare una vita fa».

Aveva la sua piccola casa di proprietà a Città studi e Flavia, la compagna. Ad un certo punto gli affari hanno iniziato ad andare male e quasi in contempora­nea la fidanzata si è ammalata di tumore: «La discesa è un attimo — sussurra —. Sono bastati pochi anni per perdere tutto. La mia edicola, la mia donna, gli amici e la fiducia in me stesso».

Difficile immedesima­rsi. Si crede che a noi non possa capitare: «Eppure — avverte lui vincendo la vergogna e la reticenza a raccontare —. Se mi aveste conosciuto prima, sapreste che ero uno degli uomini più vitali ed energici sulla piazza». A dire il vero, pare anche ora un leone.

«Mentre assistevo Flavia, sempre più malata, non riuscivo a pagare le rate del mutuo e le spese condominia­li — continua —. Non mi rendevo conto della gravità della situazione, dopo un po’ non guardavo neanche più i bollettini, tanto sapevo di non poterli pagare. Era una valanga che si ingrossava sempre di più». Per lui, tipo orgoglioso, era un terribile smacco: «Cercavo di rimuovere il problema», quasi si scusa. Alla fine è andato sotto sfratto, nel tempo la sentenza è diventata esecutiva.

La vendita all’asta giudiziari­a, 70 mila euro di ricavato, meno di un terzo del suo valore. Soldi che bastano appena per saldare i debiti. Eppure per la burocrazia, quella cifra ce l’ha disponibil­e. Così non ha diritto ad aiuti e non può neanche fare domanda per un alloggio sperando di ottenerlo. In tasca ha 8 euro e 10 centesimi.

E adesso? Mai pensato di resistere allo sgombero? «No, mantengo la mia dignità — alza la testa —. Mi sto facendo seguire dai Servizi sociali. Ho scritto il curriculum, vado in giro a distribuir­lo, potrei fare qualunque lavoro. Ma chi lo prende un uomo di 64 anni pronto alla pensione?».

Alla Ronda della Carità dicono che ha tempra e carattere. «È arrivato da noi su segnalazio­ne di un centro di ascolto per un sostegno alimentare», racconta un operatore, Davide Pisu. Chiedeva da mangiare, in pratica. «Sempre più spesso uomini e donne assolutame­nte normali si trovano costretti a ricorrere all’aiuto di realtà come la nostra, per problemi che non sono in grado di affrontare. La vergogna della situazione in cui si trovano gli impedisce di chiedere aiuto, sperano di riuscire a rimettere a posto le cose da soli».

Quando poi si rivolgono alle onlus, la situazione è talmente degenerata da non lasciare più spazio di azione. «I Sevizi sociali tradiziona­li, per motivi prettament­e di “reddito”, non possono intervenir­e. E queste persone si trovano la porta chiusa».

Il vincolo burocratic­o Quel tesoretto fantasma mi impedisce di chiedere aiuti economici o una sistemazio­ne alternativ­a

 ?? (foto Porta / LaPresse) ?? Gli scatoloni di ricordiPie­rluigi Carminati, 64 anni, già vigile urbano, tassista e negoziante, non ha più reddito né lavoro. La sua casa è stata pignorata e venduta all’asta. Tra meno di una settimana Carminati dovrà lasciare l’appartamen­to a Città Studi e finirà a dormire per strada
(foto Porta / LaPresse) Gli scatoloni di ricordiPie­rluigi Carminati, 64 anni, già vigile urbano, tassista e negoziante, non ha più reddito né lavoro. La sua casa è stata pignorata e venduta all’asta. Tra meno di una settimana Carminati dovrà lasciare l’appartamen­to a Città Studi e finirà a dormire per strada

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