Corriere della Sera (Milano)

Maltrattav­a la figlia piccola perché voleva un maschietto

- F. Ber.

L’imputazion­e spiegava che dallo scorso 5 marzo «in più occasioni, l’uomo adoperava violenza sulla figlia minore, prendendol­a a schiaffi in quanto di sesso femminile e non maschile, come il padre avrebbe voluto». E poi maltrattav­a e violentava la moglie, che aveva sposato in Pakistan quando lei aveva 15 anni. L’uomo, afghano, 30 anni, arrestato dai carabinier­i l’estate scorsa, è stato condannato dal gup Guido Salvini a 3 anni e 8 mesi di carcere con il rito abbreviato. La donna e la figlia ora sono in una comunità. L’uomo era accusato di maltrattam­enti perché, tra marzo e giugno scorso, avrebbe sottoposto la moglie e la figlia, nata nel febbraio 2017, «ad atti di violenza fisica e psicologic­a». Più volte avrebbe minacciato la moglie dicendole «se chiami la polizia ti uccido», «ti butto giù dal balcone» e «anche in presenza della figlia minore, la percuoteva con calci e pugni, con il cavo del carica batteria e con una cinghia di una borsetta, e più volte le imponeva di non alzare lo sguardo da terra». Era imputato anche per lesioni, perché aveva ferito la moglie con un coltello alla gamba destra, «dicendole che gli “andava di farlo” e in un’altra occasione le provocava delle ecchimosi colpendola con il carica batterie del cellulare e con il laccio di pelle di una borsa». È stato condannato anche per sequestro di persona perché chiuse a chiave la moglie «dentro l’abitazione, impedendol­e di uscire» in più occasioni, tra marzo e fine giugno scorso. Infine, anche le violenze sessuali contestate perché «in tre occasioni» la costrinse a subire abusi. Il giudice ha condannato l’imputato per tutti i reati a 3 anni e 8 mesi, con lo sconto di un terzo previsto dal rito.

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