Sciopero in municipio Poi via ai licenziamenti
Campione d’Italia
Due giorni di sciopero. Il Comune di Campione d’Italia si ferma domani e venerdì, nelle ore che precederanno il licenziamento di 86 dei 102 dipendenti del municipio. L’ultima carta gettata sul tavolo nel tentativo di avere dalla politica una risposta attesa da oltre tre mesi, da quel 27 luglio che, con la chiusura del casinò per la dichiarazione di fallimento del tribunale di Como, ha segnato l’inizio del tracollo dell’intero paese. Il 10 novembre il personale del Comune dell’enclave sarà drasticamente ridotto, con l’avvio della procedura di mobilità. L’intervento chiesto al governo non c’è stato e l’ultima speranza è legata alla decisione del Tar di Milano, che nelle stesse ore si pronuncerà sulla sospensiva della delibera comunale che ha sancito il taglio del personale. Il ricorso è stato presentato dagli stessi dipendenti, che domani incroceranno le braccia anche per sottolineare il disagio legato da un lato alla perdita del posto di lavoro e dall’altro al mancato pagamento degli stipendi, che non vengono
Ricorso al Tar
I dipendenti si sono rivolti al tribunale, ma le speranze sono minime
corrisposti dal marzo. I conti del Comune di Campione d’Italia non tornano nonostante i tagli e gli interventi avviati dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi per ridurre le spese del municipio e per incamerare risorse. Nei giorni scorsi, Zanzi ha sciolto l’Azienda Turistica dell’enclave, che aveva tre dipendenti, dichiarando che le sue attività «non rientrano tra le funzioni e i servizi fondamentali degli enti locali». Al contempo, il commissario ha accelerato anche sul fronte delle alienazioni, nel tentativo di ottenere introiti per le casse comunali. Tra gli immobili del municipio in vendita anche due ville, lascito di un ex amministratore campionese, una dimora a Bordighera, in Liguria, e una con giardino e piscina nell’enclave. Beni che vanno ad aggiungersi a quelli che il Comune ha già provato ripetutamente a vendere, dall’area del lido a Villa Mimosa fino alla zona del porto. Tentativi fatti per scongiurare un tracollo che appare inevitabile, come lo stesso commissario ha ribadito precisando che resta comunque un’impresa quasi impossibile quella di far quadrare il bilancio.