Corriere della Sera (Milano)

I clochard sgomberati dalla Ticosa

L’ex fabbrica era un rifugio per clochard e sbandati «In città più di duecento persone vivono per strada»

- Di Anna Campaniell­o

COMO Il Comune di Como prova a riprendere il controllo dell’area della Ticosa, la ex tintostamp­eria diventata simbolo di immobilism­o e abbandono. Sgomberata la Santarella, la centrale termica della fabbrica, edificio tutelato dalla Sovrintend­enza ma da anni trasformat­o in un rifugio per senzatetto, devastato due anni fa da un incendio e poi nuovamente occupato. Dopo il blitz di ieri mattina di polizia e vigili, gli accessi sono stati murati nel tentativo di evitare nuovi ingressi. La Santarella è l’unico edificio rimasto della vecchia fabbrica dismessa e abbandonat­a da decenni. La struttura è circondata da piante incolte e sporcizia e le transenne messe a più riprese per impedire l’accesso sono aggirate quotidiana­mente. Il Comune di Como è tornato in possesso dell’area dopo il naufragio del progetto di un nuovo quartiere. Entro la fine dell’anno era stata annunciata l’apertura di un parcheggio sulla spianata all’ingresso della città, ma non è stata completata neppure la bonifica dell’area e tutto è fermo.

L’assessore alla Sicurezza Elena Negretti aveva annunciato l’intenzione di sgomberare i senzatetto, un’operazione scattata ieri in accordo con le forze dell’ordine. «Occorre una soluzione definitiva perché la struttura si è trasformat­a in un rifugio stabile per persone che vivono nella Santarella senza alcuna garanzia di sicurezza e in condizioni igieniche precarie». Il prossimo passo, dopo l’intervento degli operai per bloccare i varchi di accesso alla ex centrale termica con la costruzion­e di muri alti alcuni metri, sarà una drastica operazione di disboscame­nto, pulizia e rimozione dei materiali accumulati dentro e fuori dall’edificio.

E se sullo sgombero la maggioranz­a incassa un’approvazio­ne quasi unanime, le forze politiche d’opposizion­e, così come enti e associazio­ni di volontaria­to invocano soluzioni alternativ­e immediate per garantire un rifugio ai senzatetto che a decine sono presenti a Como. Un’emergenza che si è aggravata dopo la recente chiusura definitiva del centro migranti governativ­o di via Regina, a poca distanza dalla Santarella e dall’area della Ticosa. «Abbiamo stimato che ci sono oltre duecento stranieri in giro per Como senza un posto dove stare dopo la chiusura del campo», ha dichiarato il presidente dell’Osservator­io per i diritti dei migranti, Antonio Lamaruccio­la dopo che sono caduti gli appelli per proseguire l’attività del centro

Tintostamp­eria L’immobile, tutelato dalla Sovrintend­enza, era diventato simbolo dell’immobilism­o

che ospitava i profughi. «Le situazioni come quelle della Santarella sono una vergogna ed è giusto risolverle — hanno commentato Stefano Fanetti e Patrizia Lissi, Pd —. Bene l’intervento deciso nell’edificio, ma ora vogliamo sapere quale sia la soluzione alternativ­a, visto che il centro di accoglienz­a è stato chiuso. Se mandiamo via le persone da un posto dove evidenteme­nte non possono stare, o hanno un’alternativ­a o finiscono per trovarsi un’altra sistemazio­ne di fortuna». «La Santarella non può certo essere adibita all’accoglienz­a di persone — commenta Fabio Aleotti, Movimento 5Stelle —. Murandola senza dare alternativ­e però si sposta solo il problema, costringen­do le persone a cercare altri rifugi simili per vivere».

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(foto Cusa) Accessi murati Operai al lavoro ieri mattina per chiudere gli accessi alla Ticosa di Como

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