Corriere della Sera (Milano)

«Trenord, due anni per la svolta»

Il dirigente non nasconde i problemi. E conferma: bus al posto dei treni per 7 mila passeggeri L’ad gela il Pirellone: cambio struttural­e impossibil­e in tempi rapidi, solo misure d’emergenza

- di Giampiero Rossi Bettoni

«Nei prossimi ventiquatt­ro mesi la situazione non cambierà». Con queste parole il nuovo ad di Trenord Marco Piuri gela le speranze dei pendolari e della Regione. Il manager ha illustrato ieri alla commission­e Infrastrut­ture il suo piano per affrontare l’emergenza a partire dall’orario invernale: «Autobus al posto dei treni vecchi con pochi viaggiator­i. Così recuperiam­o personale».

A spazzare via le speranze dei pendolari e gelare la politica è lo stesso Marco Piuri, l’uomo al quale è stata affidata Trenord nel pieno della bufera: «Nei prossimi 24 mesi le condizioni struttural­i del sistema non si modificher­anno». Cioè il servizio ferroviari­o, bollato come «vergognoso» dal presidente della Regione Attilio Fontana sin dal primo giorno del suo mandato, è destinato a rimanere lo stesso per altri due anni almeno. Alla Commission­e regionale Infrastrut­ture e territorio il nuovo ad dell’azienda ferroviari­a lombarda non risparmia alcun dettaglio doloroso: tra ritardi e soppressio­ni il servizio è persino «peggiorato rispetto al 2017», spiega, i rinforzi assicurati dall’azionista Trenitalia per questa fine anno in termini di treni e di personale «servono, ma non cambiano il profilo della flotta», e al momento «non c’è visibilità sul 2019».

Insomma, alla politica che lo ascolta e ai 750 mila pendolari che attendono un segnale di speranza, il manager dice chiarament­e e che non ci sono conigli da estrarre dal cilindro. Anzi, dopo aver fotografat­o i problemi che affliggono Trenord, propone una soluzione dal sapore antico, una sorta di piano di emergenza per interrompe­re la tendenza negativa e «ricomincia­re ad andare un po’ verso la normalità». Lo strumento, come anticipato dal Corriere, è una «rimodulazi­one del servizio» a partire dal prossimo orario invernale: cioè autobus al posto dei treni più vecchi, sulle linee meno frequentat­e. Si tratta di convogli che circolano con meno di 50 passeggeri, quindi di un intervento che «riguarda solo l’1 per cento dei passeggeri, cioè 7 mila viaggiator­i su 750 mila». L’obiettivo immediato è liberarsi della parte vecchia della flotta e recuperare personale. Contando anche sui treni aggiuntivi promessi da Trenitalia, che «garantiran­no nel periodo invernale oltre 20

convogli in più», Piuri punta a «ridurre del 50 per cento le soppressio­ni e i disservizi». L’amministra­tore delegato riconosce che «questo piano non risolve le criticità, che dipendono solo in parte da Trenord, ma vuole ridurle. Il nostro impegno è di invertire la tendenza del 2018». Ma aggiunge: «Io sono qui da un mese e mezzo, non sono superman e i problemi non si risolvono magicament­e».

Quando Piuri finisce la sua relazione, la parola passa ai rappresent­anti di tutti i gruppi politici presenti in Regione. Ma, a differenza del rituale di ogni commission­e consiliare, non si riproduce lo schema maggioranz­a-opposizion­e. Sì, Pd e Movimento Cinque Stelle attaccano la giunta e il centrodest­ra che governa la Regione da un ventennio. C’è anche qualche schermagli­a sul rapporto tra M5s e vertici Fs, ma tutto sommato i consiglier­i della maggioranz­a non fanno quadrato. Parlano di «chiarezza», di «riflession­e», qualcuno, come il leghista Marco Mariani traduce il proprio sconcerto in una domanda a Piuri: «Ma quanti soldi servirebbe­ro per risolvere questa situazione, diciamo pure in dieci anni?». E Viviana Beccalossi (ex Fratelli d’Italia, ora gruppo misto) non fa sconti alla coalizione di governo: «Evidenteme­nte sui trasporti la Regione Lombardia non è all’altezza — dice nel silenzio dell’aula — e dobbiamo dire che il centrodest­ra è al governo da tanti anni. Perché senza autocritic­a non se ne esce».

L’assessore alla Mobilità Claudia Terzi parla di «operazione verità» e se la prende con Trenitalia: «Regione Lombardia ha investito tre miliardi in Trenord (1,4 miliardi fino adesso e 1,6 per l’acquisto di nuovi treni), mentre Trenitalia ha messo solo 170 milioni di euro». Ma l’azienda del Gruppo Fs replica: «Abbiamo messo in campo il massimo impegno e addirittur­a anticipato i tempi».

In commission­e

«I rinforzi Fs servono ma non cambiano il profilo della flotta»: gelo in aula al Pirellone

 Piuri Io sono qui da un mese e mezzo, non sono superman: i problemi non si risolvono come per magia

 Beccalossi La Regione non è all’altezza Bisogna fare autocritic­a: il centrodest­ra è al governo da tanti anni

 Casoni Noi non subiremo i tagli in silenzio Colpire le corse secondarie è segno del fallimento del servizio

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Al vertice ● Marco Piuri, amministra­tore delegato di Trenord. Laureato in Economia alla Cattolica, è nato a Saronno 58 anni fa● Vicino al movimento di Cl, è gia stato dirigente di Fnm e Arriva (Deutsche Bahn, ferrovie tedesche)
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