Corriere della Sera (Milano)

Al Politecnic­o delle arti iscrizioni da record Resta l’incognita risorse

Dal teatro alla musica, via alle lauree civiche triennali «Cerchiamo una sede unica per ospitare gli studenti»

- Elisabetta Andreis

Milano si candida a diventare sede del primo Politecnic­o italiano delle arti e chiede al governo un impegno preciso. Le sue quattro Scuole civiche, diciott’anni di storia, «hanno bisogno di una sede unica e grande — spiega la presidente Marilena Adamo —. C’è un boom di domande che non riescono ad essere accolte per ragioni di risorse e di spazi».

Quattro scuole (Paolo Grassi per il teatro, Luchino Visconti per il Cinema, Claudio Abbado per la Musica e Altiero Spinelli per l’Interpreta­riato), 100 indirizzi, 3.000 allievi, 900 lavoratori: e quest’anno tutte le scuole di Fondazione Milano rilasceran­no titoli riconosciu­ti dal Miur, equipollen­ti a lauree triennali e diplomi accademici di primo livello Afam. «Alcuni corsi sono stati letteralme­nte presi d’assalto — continua Adamo —. Per quello di Arte e tecnologia del cinema hanno fatto domanda in 700 contro 90 posti disponibil­i, per Recitazion­e teatrale 700 per soli 14 posti». Le Scuole civiche chiedono di concretizz­are un progetto antico finora rimasto sulla carta, «un Politecnic­o delle arti riconosciu­to a livello statale come polo universita­rio». Dalla platea applaudono l’assessore all’Educazione del Comune Laura Galimberti, l’assessore alla Cultura della Regione Stefano Bruno Galli e soprattutt­o il vice ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti. «Milano è la città adatta a questo tipo di progetto, dobbiamo impegnarci per sostenerlo anche finanziari­amente — ha promesso Fioravanti —. Al Politecnic­o delle arti, una sorta di grande laboratori­o trasversal­e alle varie discipline, sarà cruciale che i docenti non siano solo teorici, ma profession­isti nell’arte che insegnano». La cifra necessaria non è stata quantifica­ta. Oggi le scuole civiche attingono al Comune per il 63 per cento e per il resto ai bandi. Solo in parte incoraggia­nte in questo senso il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli: «Una cosa che possiamo fare come Stato è spendere. Dobbiamo spendere e non è una cosa banale. La capacità di spesa non è quella che ci meriteremm­o, io intendo spendere fino all’ultimo centesimo disponibil­e per ciò che mi riguarda. Ad esempio il Fondo unico dello spettacolo raggiunger­à una cifra record quest’anno», ha anticipato. Tuttavia, «per l’idea del Politecnic­o delle arti la competenza è del Miur», ha tenuto a precisare.

Il ruolo più importante del governo, continua Bonisoli, è coordinare le diverse istituzion­i da una parte e diminuire la percentual­e «eccessiva » di precariato nei settori culturali dall’altra. «Chi ha avuto responsabi­lità prima di me non lo vedeva come un problema. Ma si tratta di avere rispetto dei giovani», dice il ministro. Alla cerimonia hanno testimonia­to anche il sociologo Nando Dalla Chiesa, Daniele Abbado (regista, figlio di Claudio) e Antonio Albanese.

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Testimonia­l L’attore Antonio Albanese, 54 anni, con l’assessore Laura Galimberti, 55

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