Corriere della Sera (Milano)

LIBERE APERTURE DEI NEGOZI SE C’È LAVORO È SEMPRE FESTA

- Sergio De Tomasi gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, sono arrivati in punta di piedi circa un anno fa , egiziani, una coppia di mezza età con due figli piccoli.

Lei con un sorriso che buca il grigio del cielo e ti fa star bene, lui con una gran voglia di fare. Hanno rilevato una panetteria e con un monte ore di lavoro pesantissi­mo sulle spalle riescono a sfornare pane, pizze, focacce, dolci , di tutto e di più di una qualità da far impallidir­e le insegne più titolate della città.

Il primo di novembre, naturalmen­te aperti, chiedo a lei: non fate festa oggi? Il suo viso sorride stanco e mi dice che per loro è festa se c’è lavoro... Fantastico!

Andateci, se vi capita: via Fezzan, zona piazza Tripoli. Anche questa è Milano.

Caro De Tomasi, vero, giusto, preciso: anche questa è Milano. Quella che non ti chiede da dove vieni ma che cosa sai fare, come ho scritto qualche giorno fa. Quella che ti mette alla prova e ti offre l’occasione per provarci. Quella che non accetta più il coprifuoco del fine settimana (ma ve li ricordate i tempi in cui non c’era niente di aperto la domenica e se avevi dimenticat­o la spesa il sabato mattina, ciao?). Ecco, per molti di noi è festa se c’è un negozio aperto e per molti di loro, egiziani in questo caso, ma italiani in mille altri, è festa se c’è lavoro.

Ha fatto bene il sindaco Giuseppe Sala a difendere la liberalizz­azione delle aperture e l’investimen­to che è stato fatto nel lavoro domenicale — male, invece, ad essere aggressivo con l’incolpevol­e città di Avellino —: perché nel cambio di passo di Milano bisogna mettere anche questo, la citta aperta 24 ore su ventiquatt­ro, come certi supermarke­t. La domenica «free» non è stata un passo indietro, ma un passo avanti nei tempi della città, schiacciat­i da orari in conflitto con le nuove abitudini delle persone.

È una bella storia questa degli egiziani che rilevano la panetteria. Ed è un bell’esempio di integrazio­ne attraverso l’impegno e il lavoro. La loro bravura è riconosciu­ta nelle panetterie, nelle pizzerie e in pasticceri­a. Anch’io conosco una coppia di egiziani che ha rivelato un locale storico in via Donatello, a Città studi, con successo e gradimento. E chissà quanti altri casi simili potrebbero segnalarci i lettori.

Il governo non dovrebbe fare proclami, ma piuttosto accertare la regolarità dei contratti e delle norme di sicurezza, lasciando la possibilit­à (e la libertà) di scelta sulle aperture, così da rispondere alle specifiche, diverse esigenze di ogni città.

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