Corriere della Sera (Milano)

Baleva: un violino tra Ravel e Debussy

- Enrico Parola

Debussy avrebbe voluto partecipar­e alla Prima guerra mondiale, ma non poté a causa del tumore che già ne stava minando la salute; il suo contributo alla Francia fu un ciclo di Sonate con cui inneggiava ai secoli d’oro del suo Paese, come il 700 di Rameau e Lully che riecheggia­no nella Sonata per violino e pianoforte. Ravel andò al fronte sfruttando un’ammiratric­e altolocata dopo essere stato riformato. La violinista Alena Baleva accosta le loro Sonate, accompagna­ta dal pianista Vadyn Kholodenko anche nella prima Sonata di Schumann, in «Fratres» di Part e nel Rondò Brillante di Schubert. È un programma intenso quello che la 33enne musicista russa offre stasera in Conservato­rio al pubblico della Società dei Concerti (via Conservato­rio 12, ore 21, € 20-25). La sua carriera decollò a 16 anni quando vinse il concorso Wieniawki, aggiudican­dosi oltre al primo premio altri nove premi speciali; nel 2004 il Grand Prix ottenuto al Paganini di Mosca le permise di suonare per un anno con lo Stradivari «Wieniawski» del 1723. Sono poi seguiti gli anni della maturità e delle collaboraz­ioni prestigios­e: tra i direttori Gergiev e Jurowski, tra le orchestre la London Philhamoni­c e la NHK di Tokyo, senza dimenticar­e i progetti cameristic­i con Martha Argerich e Misha Maisky.

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La violinista Alena Baleva

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