Sosta selvaggia, 52 giorni persi dai tram
Il dossier degli «incagli» sulle linee di superficie nel 2018. «Effetto dei furgoni per le consegne»
Tarda mattina di martedì 13 febbraio: un furgone parcheggiato in maniera irregolare blocca per quasi due ore la circolazione dei tram in viale Lunigiana, zona stazione Centrale. Mezzi pubblici deviati per 105 minuti esatti, fino al ritorno del conducente. Stessi ritardi, stessa strada, questa volta però all’alba di lunedì 26 marzo: lo stallo viene risolto solo dal carro attrezzi che rimuove il camion in sosta selvaggia dopo un’attesa che anche qui ha sfondato i cento minuti.
È andata meglio a maggio, dalla parte opposta della città. In via Giambellino, per portar via l’auto che all’ora di pranzo intralcia i binari «bastano» 85 minuti. Il record del 2018 spetta però al parcheggio «creativo» dell’autista di un camion che il 13 marzo scorso ha paralizzato fino a notte fonda via Maj, in Porta Romana: per quasi quattro ore (213 minuti, secondo la contabilità certosina di Atm) i tram sono stati costretti a cambiare tracciato, in attesa dell’arrivo di un carro-gru in grado di spostare il veicolo.
Nel linguaggio tecnico dell’azienda di Foro Buonaparte si chiamano «incagli». Sono quegli imprevisti che mandano all’aria qualsiasi tabella di marcia e ogni obiettivo di rispetto delle frequenze di passaggio, tutte interruzioni del servizio dovute o alla sosta selvaggia che impedisce il passaggio dei tram (e sempre più spesso le segnalazioni riguardano veicoli commerciali), o a incidenti in cui i mezzi Atm non sono coinvolti pur subendone comunque le conseguenze perché imbottigliati nel traffico. Eventi tutt’altro che occasionali in città. Il bilancio (parziale) dell’anno segna infatti numeri impressionanti. Nei primi dieci mesi del 2018 i tecnici hanno dovuto gestire 2.206 pratiche di questo tipo, la gran parte a causa di parcheggi fuori norma. Sono 1.643 i casi di sosta irregolare di veicoli privati che hanno bloccato i mezzi pubblici. E 563 gli incidenti tra terzi che hanno scombussolato le attese dei viaggiatori.
Tradotto in termini di tempo, dal primo gennaio al 31 ottobre scorso, il contatore segna 1.252 ore perse. Ovvero, circa 52 giorni, o ancora, quasi due mesi. Nel dettaglio, 936 ore (equivalenti a 39 giorni) vanno imputate ai parcheggi «creativi», contro le «sole» 316 ore di stop (pari a circa 13 giorni) causate da sinistri stradali.
Ma questa conta è ancora più parziale perché certifica solo il tempo effettivo delle interruzioni del pubblico servizio. In realtà, ogni volta che si registra un imprevisto di questo tipo, con le inevitabili code di contorno, l’onda lunga degli effetti negativi si protrae oltre le ore di semplice stop. Senza considerare il lavoro per deviare le corse, per evitare che i disagi si riflettano sulle altre linee che passano in zona e per eventualmente mettere in campo servizi di autobus sostitutivi.