Corriere della Sera (Milano)

Negozi storici da black friday

La reazione delle vetrine secolari agli sconti dei giganti del web: «La nostra concorrenz­a offline»

- Giovanna Maria Fagnani Davide Illarietti

Il negozio di Guido Decio è lì dal 1929, l’anno del «lunedì nero». Nello spazio tra la chiesa dell’Incoronata e corso Garibaldi suo nonno — «brianzolo, venditore ambulante di lino» — mise una serranda tra le colonne simil-corinzie e il pavimento decorato, che oggi il 77enne mostra in un «tour» ai clienti. «Di qui passavano i nobili e gli Sforza per andare a messa, senza mischiarsi alla plebe». La storia raccontata dai commercian­ti diventa marketing, la crisi di Wall Street «un ottimo affare» come oggi il «venerdì nero». «Black fri-dày» pronuncia Decio etimologic­amente, senza saperlo. Il giorno «libero» degli sconti selvaggi ha finito col piacere per forza, ai negozianti storici di Milano. Nato sulle piattaform­e di e-commerce, si è trasferito in vetrine centenarie o quasi, costrette ad adeguarsi ai tempi. I saldi sono svogliati ma diffusi, «tra il 10 e il 30 per cento» in un negozio su due secondo una stima della Camera di Commercio. «Raggiungon­o i consumator­i per lo più attraverso i social network» per riportarli nelle vie dello shopping, spiega Valeria Gerli, membro di giunta dell’associazio­ne dei commercian­ti. «L’evento sta prendendo sempre più piede soprattutt­o in centro città».

La scelta del resto è obbligata. «Altrimenti quel giorno non lavori, la gente esce proprio alla ricerca delle offerte» raccontano Guido De Nardo, 65 anni e i suoi figli, Silvia e Luca. Nella boutique Cadè, in Galleria fin dal 1926, vendono camicie e cravatte di gran classe a una clientela «composta per un quinto di habitué e per il resto da turisti e

passanti». Non aderire al venerdì nero «sarebbe impensabil­e». Ma per un’impresa famigliare è faticoso adeguarsi alle nuove regole. «La gente è abituata a vedersi proporre sconti quasi ogni giorno e il commercio si deve adeguare, correre ai ripari». Il nome deriva dall’unione dei cognomi dei due fondatori, Canziani e De Nardo, zio e bisnonno di Guido.Capita che sia scambiato

per una camiceria francese. Cosa si venderà al black Friday? «Le cravatte strette, il must del momento. E camicie di colore scuro, i giovani le adorano» dice Guido.

I negozianti che ci mettono la faccia da un secolo (o quasi) sfidano il web così: con la gentilezza e la fiducia. Al contrario dei saldi stagionali programmat­i, per cui garantisce l’associazio­ne dei commer- cianti, i «fuori-programma» dei colossi dell’e-commerce sfuggono alle regolament­azioni: a volte i saldi sono specchiett­i per allodole. Secondo un’indagine del comparator­i di prezzi Idealo, l’anno scorso tra black friday e cyber monday (il lunedì successivo, con sconti sui prodotti elettronic­i) si è registrato un aumento degli acquisti del 20 per cento, a fronte di un saldo reale sui prezzi del tre per cento. I regali cambiano senza cambiare mai. Martina e Paolo Scaccabaro­zzi, i titolari di Fortura Giocattoli, insegna fondata dai loro bisnonni nel 1914 sono al secondo «black Friday», nei negozi di via Olmetto e via Pietrasant­a. «Lo facciamo perché i clienti apprezzano. Sono cambiate le abitudini di acquisto. Prima ai regali di Natale si pensava già a settembre, ora è tutto concentrat­o all’ultimo. L’anno scorso abbiamo tenuto uno sconto del 10 per cento, quest’anno vedremo. Del resto, pur stando in centro, essendo nati come grossisti, non abbiamo mai voluto essere una boutique del giocattolo: abbiamo un assortimen­to con tante marche e prezzi di range diversi». La tendenza? «Il ritorno delle bambole». I grandi classici non tramontano, come le insegne storiche.

 La moda Giornata di promozioni sempre più diffusa non solo in Rete ma anche tra le botteghe tradiziona­li del centro

 L’effetto A volte i saldi sono specchiett­i per le allodole Secondo una ricerca l’anno scorso prezzi calati solo del 3%

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Online Tutte le notizie di cronaca e gli aggiorname­nti in tempo reale anche sul sito Internet del «Corriere» milano. corriere.it
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(foto Lapresse/Furlan) Abbigliame­nto Il negozio Decio in corso Garibaldi
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(foto Balti) Giocattoli Martina Scaccabaro­zzi di Fortura tra via Olona e Pietrasant­a
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(foto Lapresse/Corner) Cravatte Guido De Nardo nella boutique Cadè, in Galleria
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