«Prendi l’accendino» Così è morto Abdul
Il dramma di Parabiago
Una sfida stupida tra ragazzi: raccogliere un accendino gettato sulle rotaie di Parabiago. Così è morto — secondo il racconto del fratello Anas — Abderrahman El Essaidi, il quindicenne travolto martedì sera dal treno Milano-Domodossola. «Era in compagnia di un ragazzo di 13 anni che ha tirato fuori un accendino e lo ha buttato sul binario 3». Poi avrebbe detto «vediamo se hai il coraggio di raccoglierlo…» ad Abdul, come lo chiamavano gli amici. Ieri mattina i compagni di classe hanno osservato un minuto di silenzio. Aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.
Una fine assurda, provocata da una sfida stupida: raccogliere un accendino gettato sui binari. «Mio fratello non si è mai sdraiato sul tracciato ferroviario. Era un ragazzo serio, tranquillo. Vi dico io come è andata». Anas El Essaidi, 19 anni, è il fratello maggiore di Abderrahman, il quindicenne travolto e ucciso martedì pomeriggio dal treno Milano-Domodossola tra l’orrore dei suoi amici. Lui non era alla stazione ferroviaria di Parabiago «ma gli amici di mio fratello, che erano presenti, mi hanno raccontato tutto». Anas puntualizza: «Nessuno si è sdraiato sui binari. Mio fratello era in compagnia di un ragazzo di 13 anni e di altri due amici, che si erano staccati dalla comitiva più grande. A un tratto il più piccolo si è fermato, ha tirato fuori un accendino e lo ha gettato sul binario 3. Poi ha sfidato mio fratello, vediamo se hai il coraggio di raccoglierlo…».
Questo sarebbe stato l’inizio della tragedia. Abdul (il nomignolo con cui tutti si rivolgevano al ragazzo), dopo qualche esitazione, è sceso davvero sul binario per prendere quel maledetto accendino, forse ha fatto anche qualche passo sui binari. «Davanti a lui, a un tratto, si è accorto del treno che sopraggiungeva — continua Anas — Mentre controllava il convoglio che aveva davanti, ma che avanzava su un altro binario, mio fratello non ha visto l’altro mezzo, più vicino, che però giungeva alle sue spalle. Così è avvenuta la tragedia…». Attorno a lui, nel cortile della sua casa di San Giorgio, gli amici di sempre, i ragazzi che erano presenti alla tragedia. Italiani e marocchini, insieme. Ieri mattina hanno visitato il luogo dove è morto il loro amico, lungo quel tratto di banchina.
Il racconto di Anas dovrà essere esaminato dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, che come primo provvedimento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Sul caso indagano anche gli agenti della Polfer di Milano e Rho. Intanto, a San Giorgio su Legnano, c’è sgomento: il paese è piccolo e tutti conoscevano Abdul e la sua famiglia originaria del Marocco: il padre El un minuto di silenzio e poi, insieme agli insegnanti e a una psicologa, hanno ricordato il loro compagno di classe.
I dati statistici Polfer relativi agli investimenti accidentali nei primi nove mesi del 2018 fanno registrare un calo del 12 per cento rispetto al 2017 e una flessione nel numero delle vittime totale del 10 per cento, nonché nella mortalità del 7 per cento. «Ma sono fondamentali le campagne di sensibilizzazione per gli studenti nelle scuole».